La questione Siria sta portando alla ribalta situazioni latenti e volti di popoli, prima sconosciuti.


Ma cosa sta realmente accadendo in Siria? Ne parliamo con Salvatore Sparapano, noto avvocato del Foro di Bari, esperto in politica estera.
Avvocato, quando si inizia a parlare e con preoccupazione della questione Siria?
“Se ne inizia a parlare tra il 2010 e il 2011 con la Primavera Araba e con la nascita della nuova entità dello Stato Islamico finanziato e supportato dalla Turchia di Erdogan e dagli ambienti della Penisola Arabica.”
Riportandoci ai tempi di oggi, l'America di Trump ha un ruolo attivo nella questione?
“Sicuramente. C'è la decisione peraltro improvvisa da parte di Trump di voler ritirare le truppe americane al confine di Siria e Turchia, per motivi legati alla campagna elettorale in corso. Trump ha colto un crescente dissenso nella popolazione che vuole il ritiro totale dei contingenti militari da quelle zone. Le prossime presidenziali ci saranno nel 2021 e Trump spera di essere riconfermato.”
Questo e’ quanto attiene agli Usa, ma nella vicenda ci sono altri attori, tra questi fondamentale è il ruolo di Erdogan. Ce ne vuole parlare?
“Le ragioni di Erdogan non si discostano molto da quelle di Trump. Egli sta agendo contro i Curdi per rafforzare il consenso interno guidato da una rimonta del sentimento patriottico.”
Esattamente. Ma se il popolo curdo è autoctono e stanziale, perché è tanto inviso dalla Turchia?
“Per comprendere a fondo la questione occorre capire bene chi sono i Curdi. Il popolo curdo non è presente solo in Turchia, ma anche in Siria e in Iraq. In tutto comprende 35 milioni di persone. In Iraq ha una propria autonomia all'interno della nazione e un proprio esercito. Il Kurdistan iracheno. In Siria i Curdi sono collocati in una regione con una propria autonomia. Da circa un anno gli Usa sorvegliano, in seguito agli accordi stipulati con gli Stati in causa, i confini tra Curdi e Turchi. Gli accordi hanno funzionato finché Erdogan non ha cambiato atteggiamento per i motivi sopra espressi.”
Attualmente tutte le truppe degli Usa sono state ritirate?
“E qui si annida la questione. Trump ha ritirato le truppe eccetto quelle lì dove sono collocati i pipilines, ossia le condutture che trasportano il petrolio.”
Avvocato, a questo punto entra in scena la Russia?
“Grazie ai Russi, Assad si sostiene in Siria. La Russia è anche politicamente vicina all'Iran. La grande novità è che l'Iran attaccando le raffinerie dell'Arabia Saudita ha dimostrato di poter colpire pesantemente obiettivi strategici anche a notevole distanza. A ciò si è aggiunta la mancata reazione degli Usa che ha permesso all'Arabia Saudita di avvicinarsi a Putin.”
Gli scenari delle alleanze, avvocato Sparapano, stanno cambiando. È così?
“Sì, e questo è un dato preoccupante. Israele ad esempio, noto alleato degli Usa, ritiene Trump non più affidabile per le posizioni da lui prese. La dimostrazione è che a seguito dell'attacco alle raffinerie saudite, Israele ha cessato tutte le azioni preventive contro le basi iraniane in Siria.”
Da quanto lei ha detto, un grande peso nella questione hanno le decisioni di Trump, giusto?
“Riguardo a questo ci saranno delle conseguenze anche preoccupanti. L'unica potenza in grado di fungere da arbitro sarebbe la Russia di Putin. Tra non molto anche Israele verra’ a patti con la Russia, dal momento che la Destra israelita sta sfiduciando Trump.”
Da quanto lei ha espresso, attualmente come si colloca la Russia all'interno della vicenda?
“La Russia ha nei suoi confini la presenza dell'Islamismo estremista, come del resto anche la Cina. La Russia al presente favorisce coloro con i quali ha delle affinità, come Haftar in Libia e Assad in Siria.”
E le antiche alleanze, come si comportano nel quadro complessivo?
“Macron ha denunciato la crisi dell'Alleanza Atlantica e questo dice molto."
Avvocato, per concludere, lei teme gravi coinvolgimenti dell'Europa nella questione siriana?
“Temo di sì. Soprattutto dei Paesi europei del Mediterraneo.”
Il Mediterraneo e’ stato in passato teatro di scontri importanti. C'è da chiedersi quale posizione prenderà l'Italia già lacerata dalle sue questioni di politica interna, che già piange i suoi militari morti ultimamente in Iraq in un attentato rivendicato dall'Isis.
Ringrazio l'avvocato Sparapano a nome dell'intera Redazione per essersi reso disponibile a far luce sulla questione Siria e sulla scacchiera mobile delle alleanze. L'augurio è che il buonsenso prevalga sugli interessi economico politici di pochi, causa della morte e del fallimento di intere popolazioni lasciate sole ad affrontare la tragedia della guerra.