Il Natale più che una festa religiosa si presta ad essere considerato una vera e propria stagione dell’anima che, alle soglie dell'inverno, rinasce aggrappandosi ai riccioli del sole crescente.
Il Natale è l'infanzia che ritorna, è l'estate del cuore che straborda dai luoghi del silenzio e porge l'alba di una rinascita emotiva. Nonostante il freddo, nei vicoli resi fuligginosi dai comignoli accesi, e azzurri dall'aria frigida dei lunghi crepuscoli, si attardano voci e brusii di presenze che accendono speranze, là dove tutto appare spento e in balia dell’abbandono. In alcuni centri più che in altri, il Natale risuona della poesia del ritorno che avvicina nell'oscurità cuori spaesati che si ritrovano richiamati da una festa che accoglie in sè tanti sentimenti, non ultimo quello della nostalgia. Esiste un tempo, dell'infanzia rivissuta attraverso il richiamo dei ricordi e un'infanzia anteriore che anticipa tutto e prende colore nel Presente.
La Natività è Epifania, manifestazione dell’Essere che prende forma e richiama per svariate vie ogni individuo. E’ la vita che bussa forte alle coscienze e ognuno è chiamato a rispondere.
Con tali presupposti si è snodata nel pomeriggio del 26 dicembre nel centro storico di San Lucido, una florida cittadina adagiata su morbidi colli che sposano il mare, una processione voluta e orchestrata dalla parrocchia di San Giovanni e l'Associazione di rievocazioni storiche Rocca Nicetina. La processione rigorosamente in costume presentava tutte le caratteristiche di una sacra rappresentazione rivolta a celebrare la nascita di Nostro Signore ripercorrendo il duro quanto commovente viaggio di Giuseppe e Maria in cerca di una casa che li accogliesse per il parto. Gli scorci più belli e pittoreschi offrivano la suggestione del l'intimità, suggerendo l'immagine della grotta, e assurgevano così inconsapevolmente ad evocazione del sacro. L'asinello che sul dorso portava Maria, le varie pause o stazioni nei pressi di nicchie o angoli di particolare fascino, hanno corredato l'evento di elementi cari alla tradizione natalizia fervidamente avvertita in particolari aree del nostro meraviglioso sud.
Un viaggio verso la vita che è speranza ultimato con la scena ispirata all'episodio della Strage degli innocenti presente nei Vangeli, in cui Erode ordina la morte di tutti i bambini, temendo la rivalità del Figlio di Dio. Nel tributo scenico a tale episodio grande risonanza ha avuto il no contrapposto della regina moglie di Erode il Grande, Doride, interpretata dalla magnetica Brunella Iannuzzi, che ha lanciato un grido di speranza oltre i limitati orizzonti dell’abietta e ottusa cupidigia umana, al figlio futuro re, affinché da adulto non seguisse l’esempio del padre.