La 'ndrangheta si afferma in Calabria prima ancora che come fenomeno criminale, come realtà culturale.
Essa trova il suo punto di forza nel concetto di Caos concepito dal modello ancestrale femminile trasferito poi nella collettività. Sotto il profilo archetipico la donna è legata da sempre al buio, al mistero più profondo che trova espressione nel mito della caverna.
Il buio contiene ogni cosa ed è il Caos per eccellenza. Le antiche civiltà matriarcali si fondano su tale principio che si riflette nella contingenza nell'esigenza mai soddisfatta pienamente di assicurare la continuazione del ceppo familiare. L'insicurezza nasce dal buio di cui si fa interprete il mistero, e in ciò trova la sua collocazione il concetto di destino. Il destino è l'ignoto, la vecchia strega contro cui l'uomo dovrà fare i conti per affermarsi.
Non è un caso che la zona di Pentedattilo e molte aree impraticabili dell'Aspromonte pullulino di leggende legate all'esistenza di antiche magare guardate ancora oggi con sospetto. Al di là del substrato matriarcale preesistente, un ruolo forte ha giocato in particolare nelle aree su citate, l'integrazione con la cultura Magnogreca che ha esportato non tanto i suoi modelli eroici, quanto quelli meno rappresentativi del mondo greco e legati indiscutibilmente alla figura ctonia di Dioniso. Come precisa il mitologo W. F. Otto nel suo saggio "Dioniso" il dio e i riti a lui connessi sbarcarono a Locri.
Da trionfatore, l'alter ego di Apollo su nave fece ingresso nel porto locrese, insediandosi con la sua tenacia irrazionale e i suoi ritmi orgiastici trasfusi nel ditirambo a proposito della tragedia. La corte di donne e uomini invasati dall'impeto dionisiaco andò a incrementare gli atteggiamenti culturali indigeni, esacerbandone i toni. Ne scaturì un vero e proprio fenomeno globale che trovò sfogo e compimento proprio nella musica dall'apparente carattere orgiastico.
Le percussioni, i sonagli fragorosi che accompagnarono lo sbarco di Dioniso a Locri, produssero echi sconcertanti che amplificarono il preesistente caos. L'ingresso di Dioniso in Calabria scatenò un effetto a catena altamente contagioso, guidato dall'euforia e dall'ebbrezza, effetti della teofania. Da Locri il dio si spinse su tutta la costa ionica e risalì fino a Taranto che nel nome rievoca il ritmo tribale della taranta, trasfusione in musica dell'arcano femminile. In Calabria la tarantella si fa interprete dell'aspetto profano indotto dall'euforia orgiastica che nel suo carattere pienamente ritualistico si esprime nella disarmonia col tutto, rievocata nell'impronunciabile parola 'ndrangheta.