Con questo articolo intendo aprire una finestra sulla 'ndrangheta che non si prefigge come obiettivo l'analisi criminologica di questo fenomeno mafioso divenuto d'imponenza mondiale, bensì lo studio delle cause e dei processi collocati alla base di questa realtà ritenuta per molti versi insormontabile.
Avallando la teoria del procuratore Gratteri, pertanto analizzerò la 'ndrangheta sotto il profilo antropologico che più mi compete e che consente di comprenderne i processi evolutivi.
Capire la 'ndrangheta non è cosa semplice anche perché fortemente inviluppata nell'intrinseca cultura del background calabro peculiarmente frastagliato. Al di là delle varie dominazioni che si sono succedute in questa regione che hanno per necessità storica e non solo apportato vari imprinting, la Calabria resta ancorata saldamente all'unico comune denominatore che unisce i vari territori di questa affascinante e per molti aspetti unica, regione.
Il seme comune è la cultura matriarcale che ha contraddistinto nell'antichità tutto il bacino mediterraneo. Il punto di forza di tale cultura è stato inequivocabilmente la fioritura dell'agricoltura che ha intorno a sé costruito su scala evolutiva il primo modello di aggregazione sociale. La dimensione corale alla base della cultura dei primi piantatori divenuti in pieno neolitico coltivatori, spiega gli archetipi di una realtà saldamente aggrappata ai suoi valori ancestrali.
Le origini della 'ndrangheta sono nella Locride, in un contesto variegato sotto il profilo culturale caratterizzato dalla poliedricità di microetnie quivi dimoranti. Il territorio accidentato ha contribuito alla conservazione secolare di stereotipi comportamentali che hanno lasciato strascichi difficili da smantellare. Il principio di forza della sopravvivenza collettiva poggiava proprio sull'attaccamento atavico al proprio ceppo di origine, comunità ristrette che hanno poi determinato la costituzione dei clan familiari, le cosiddette 'ndrine.
Il ruolo della donna è fondamentale nella conservazione archetipica di un modello culturale. Possiamo ritenerlo il cardine intorno al quale si è andato costruendo un tessuto di violenza, ma al di là del concetto etico di violenza, oggetto peraltro di studio della criminologia, vedremo nel substrato della cultura umana, nello specifico calabra, a livelli più profondi della coscienza individuale poi trasfusa in quella collettiva, cosa ha determinato.