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Esiste una pianta, la nepetella, che ha solcato la memoria delle civiltà italiche appenniniche. Comunemente conosciuta come mentuccia o menta selvatica, già anticamente era utilizzata a diverso scopo, non ultimo per rendere ancora apprezzabile il sapore di preparati e pietanze andate a male.
Usata anche come rimedio naturale per risolvere problemi di stomaco, alla stessa famiglia appartiene l'erba gatta adoperata dai nostri piccoli felini quando avvertono fastidi di acidità.
La nepetella deve il suo nome a Nepi l'antica città etrusca che a sua volta lega il proprio nome all'acqua. La nepetella è difatti una pianta che cresce nella macchia mediterranea di cui fa parte a pieno titolo e dove non c'è siccità. L'etimo Nepa Acqua in etrusco ci riporta all'indoeuropeo e all'antica radice babilonese che ritroviamo nel Principio divino Apsu dell'antica civiltà mesopotamica. L'etimo Nepa riecheggia nelle antiche civiltà calabre attraverso il nome Nepetia che ha contraddistinto la località di Amantea durante la dominazione bizantina. A Nepetia fa riferimento anche la gloriosa Pizzo Calabro nel vibonese.
Come pianta aromatica la nepetella veniva adoperata nelle antiche civiltà rurali per ripulire i ricoveri degli animali e le aie. Il suo aroma che ricorda la menta veniva usato per eliminare il tanfo e la puzza degli escrementi degli animali anche da stalla e da porcile. Non ultimo, per arieggiare gli ambienti domestici e per profumare i cassetti della biancheria. Insieme alla ginestra dai cui fusti si ricavavano le scope, è entrata come una presenza che accompagna i sensi e i ricordi nostalgici di epoche andate anche se recenti, ma dal lungo retaggio ancestrale. La nepetella è una pianta della memoria che scava l'interiorità alla litania dei ruscelli e del vento, in un effluvio di suoni e odori che pervadono l'antica e nobile terra di Calabria.
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze.
Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.