Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.
Sardegna e Calabria, due costole legate dall'antichità dormiente
Ci sono terre dal canto antico che si lega a un tessuto ben più vasto. È tra queste la Calabria la punta più meridionale dello Stivale, con una Storia che porta e ci trasporta a pendici geologiche dalle origini impensabili.
Già è stato detto e ne arriva conferma che la Calabria è la terra italiana più europea, contrariamente a quanti la vedono partecipare dell'Africa per la sua attuale vicinanza. Che fosse una costola di Provenza o dei Pirenei al confine con la Spagna si sapeva da qualche tempo, ma che fosse la sorella gemella della Sardegna ci giunge come conferma da poco. Al di là degli eventi geologici più antichi e della morfologia, vengono fuori curiose analogie tra la Sardegna e la Calabria che guardano al di là della bellezza dei paesaggi e di un mare di una luce azzurra che incanta e non si trova da nessun'altra parte. Vengono fuori azzardate conferme ad aleatorie supposizioni che ci parlano di embrioni emozionali e di echi conservati nella pietra e che avrebbero poi plasmato culture di popoli creduti leggenda e che erano un tutt'uno con i loro paesaggi. Che le pietre e le rocce, così come gli antichi e mastodontici baluardi arborei abbiano coccolato in seno al proprio ventre embrioni di popoli e culture dai tratti misteriosi e cosmici ci viene suggerito dal rapporto stretto di queste illuminate quanto misteriose civiltà con il proprio habitat naturale. Nascoste appaiono dentro le ossa delle rocce alle quali sembra abbiano donato vita e respiro.
È di questi giorni la notizia di un nuovo sito archeologico in Sardegna, le domus de Janas, forse una necropoli col nome di villaggio delle fate perché di accessi ricavati nella roccia davvero molto piccoli. Nuchis termine che in sardo significa Noce, ricorre in diversi toponimi e lo ritroviamo espresso negli esempi di antiche città scavate nella roccia a voler come proteggere che fossero necropoli o altro, i loro abitanti. Nuchis come Nuraghi ci parlano di luoghi sacri e chiusi a noce nel loro ancora mai proferito segreto.
Parimenti in Calabria da poco ancora al vaglio degli archeologi e studiosi, il sito di Zungri, esempio di civiltà scavata nella pietra. La relazione tra pietra e uomo primitivo ci giunge da altri siti di importanza straordinaria e ancora racchiusi nell'alveo del loro mistero come Nardodipace e la sua cinta megalitica, il profilo umano scolpito nella roccia nel Reggino e il famoso elefante a Nord, nella terra di Campana. Il profilo di volto umano non è stato ancora accuratamente indagato. Poco credibile è la tesi che lo ritiene scolpito dalla forza degli agenti atmosferici. È lì un'impronta che cavalca i tempi, rendendo immortale forse perché ancora inesplorata, un'antica civiltà forse di altri mondi che avrebbe dato segnatamente voce e anima a pietre che da noi umani sono state considerate nelle epoche d'intralcio al trionfo della civiltà. Calabria, terra pietrosa o all'opposto bucolica e boschiva, regali esempi di civiltà al confine col vivibile. Emozioni e intuizioni che legano i suoi abitanti al patrimonio immaginifico delle grandi foreste popolate non da elefanti ma da lupi e tra le isole di ghiaccio da orsi bianchi. Sei unica nella tua ricerca armonica di concentrare il tutto, aprendo dialoghi tra stelle e valli accovacciate allo schienale capriccioso dei monti. Sei antica e nuova e profumi di braci e dei lapilli di antichi camini ancora attivi e non tutti estinti e che ancora dimorano tranquilli sotto il velluto del tuo mare.
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze.
Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.