La rivelazione di un luogo passa anche attraverso l'immediatezza dei suoi suoni. La musica della tradizione si fonda sulla capacità di percepire e consegnare quanto i luoghi raccolgono.
La musica della tradizione si fa ricettacolo della scala di riverberi che caratterizzano un luogo e lo esprimono. Risulta essere condensazione degli umori di un luogo declinati dai suoi rudimentali strumenti.
Musiche e canti pastorali delle aree interne della Calabria si fanno interpreti dello straordinario spirito di quelle zone. A Conflenti pipita e zampogna esprimono la capacità di conservazione di un entroterra che ha saputo tramandarsi in un assolo perfetto con lo slancio mistico della montagna. Pur essendo crocevia di interazioni e influenze tra i popoli, trovandosi nella posizione strategica di confine del Catanzarese col Cosentino e il Lametino, Conflenti ha intercettato e posto nei termini di tradizione l'anima dei suoi luoghi attraverso la musica. Questa risveglia e lascia andare la presenza di fauni e arcaici spiriti agresti, facendo sì che la musica pastorale ascenda a sé stessa, immolandosi alla grande anima della Natura. La zampogna diviene da strumento di feste agricole, mezzo di ieraticità assoluta, veicolando la magia selvatica dei luoghi che scorre nelle vene del paesaggio. Parimenti la pipita che si eleva a rappresentazione totemica, incrociando l'altezza della montagna con la profondità delle valli. È così che la zampogna sfugge all'essere strumento esclusivo delle strine natalizie. È voce quieta e sbarazzina dell'arcano agreste, nella quale smarrirsi ardendo e bruciando al brivido gelido della montagna.
Cosa ben diversa a Lago che affaccia dalla catena costiera sul Tirreno cosentino. Lì la zampogna è natalizia, divergendo dal discorso delle strine che non caratterizzano solo il tempo natalizio e veicolano diversi temi anche profani. Perché Lago è il luogo abbagliato dalle fulgide braci del tramonto. Oltreché paese dei campanili, si espande come una macchia di verde luce che scoscende verso il mare dal quale attinge e nel quale lascia dileguarsi l' arcano urlo della Natura.