E ogni volta che subiamo una perdita, ogni volta che divampa la fiamma del dolore, sentiamo cadere alla deriva, parti di noi. Ecco dunque, l'ardore, la passione farsi orrore.
Il rosso è parente del nero più di quanto pensiamo. È il gigante buono o cattivo, il viandante disperso che incrocia sul suo muto andare la rosa e la morte.
Ogni volta che amiamo, lasciamo precipitare una parte di noi e avvertiamo un germoglio piantarsi sul luogo della croce. Il rosso dalla radice potente quanto nascosta, ci regala bagliori di scontri titanici avvenuti sul luogo della creazione. È il sangue del vitello immolato alla vita degli antichi allevatori di Calabria e degli Enotri. Il sangue dà la vita e il sangue la spezza. Attraverso questo connubio ci sovviene l'ancestrale legame con la rosa, regina del Cosmo, circondata di spine. Il rosso è anche della morte che assicura la vita e troneggia nel ragù domenicale. Ragù è Rosso. Il sangue rappreso che incontra la turgida polpa di pomodoro. Compare in modo criptico nel nome Drago che ricorda la vittoria sul grande sconfitto. Il Signore del tempo e dello spazio che troneggia dotato di ali falcanti nel dominio dell'Universo, a ricordare che chi è preda della passione, è vivo ma sogna da stanco.
Grazie al vitello quale fondamento dei pilastri della civiltà arcaica, l'uomo ha riconosciuto il bene dal male, quanto assicura la vita da quanto risulta morto. È il simbolo teriomorfo che concede all'uomo di divenire sposo della terra. Un incesto che ha risvolti ritualistici di significativa importanza e che attraverso l'avvitamento della vita attorno al caduceo, bastone pastorale, ha portato al pianto del capro. La Tragedia (Canto dei capri) è il banchetto sulla coscienza di una rivelazione macabra resa necessaria dal meccanismo che vede aggrovigliarsi al passo degli antichi balli, la vita e la morte.
Non deve sorprendere alla luce di quanto detto che nel territorio di Conflenti in Calabria, si sia verificata la rivelazione mariana della Madonna della Quercia. Un fatto questo, che non confligge né giustifica la tradizione della musica pastorale con zampogna. La terra offre diversi spunti alla sua rivelazione, smussando i contorni agli ossimori della ragione. Ci sono territori che portano impressa l'impronta della condensazione di energie opposte e contrastanti, risolvendole in una estatica esperienza emozionale dai disarmanti contorni ieratici.