Quadara e quatrariello. I ragazzi di una volta
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Quadara e quatrariello. I ragazzi di una volta

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Quadara e quatariello. I ragazzi di una volta
Quadara e quatariello. I ragazzi di una volta

 

Il sole esplode al tramonto e si raccoglie all'alba. La morte regala scintille a chi resta. Schegge di verità che si posano nel cuore di chi resta. Ecco il senso della sospensione della sera. Raccogliere forze per essere presenti al sogno che nel buio si fa strada e ci prende.

Ci vuole forza, una cosa diversa dal coraggio, a farsi amare. Lasciarsi amare è una condizione che ci rende attivi e partecipi. Dunque doppiamente responsabili per sé stessi e per l'altro. Ci vuole impegno ad essere davvero sé stessi e a questo l'amore chiama. Si siede in noi sul petto e sta lì accovacciato, aspettando che lo ascoltiamo e lo teniamo in braccio sul cuore. Nonostante il sonno e la fame, il dolore e il silenzio del freddo che c'è fuori.

Ci vuole impegno ad essere amati e ad essere sé stessi e a questo si viene chiamati da fanciulli. Si viene educati all'amore e mai esagerando, attraverso i piccoli gesti quotidiani. I piccoli gesti hanno fatto la quotidianità e costruito i pilastri dell'esistenza dei grandi uomini. Erano tutti grandi uomini un tempo, eppure a scuola non ci andava nessuno. Si veniva formati col rigore dell'inverno nei vasi sulle logge e al tepore delle braci sotto il tavolo. Non ci si preoccupava della gente perché si ascoltava sé stessi. Si era un tutt'uno col bisbiglio del vento tra le chiome e il fresco scintillio delle pietre nel torrente.

Le mamme tacevano ma lavorando trasmettevano tanto e quel calore che ci rende persone. Non si provava vergogna nel ricevere amore dai grandi. Oggi nei ragazzi avviene il contrario. Si crede che le premure siano gradite dagli incapaci perché si è uomini veri se si è rudi come rami secchi che si spezzano subito sotto la mano agitata del vento.

Il calore crea affiatamento e unione nella diversa individualità all'interno della stessa famiglia. La campagna nutrita e rispettata era la casa e nel calderone, la quadara, le mamme rimestavano le frattaglie di animale insegnando l'attesa e il giusto tempo anche per i sapori. I bambini, i quatrarielli, in Calabria erano coloro che conservavano un legame col volume delle panciute pentole dove cuoceva l'agnello e il capretto della domenica e delle grandi feste. La caldaia mescolava la cottura come nutrimento per tutti, col sacrificio della bestia immolata nonché di chi l'aveva macellata e la preparava alla cottura. L'amore e il ritorno nel passaggio del cuore di questi due momenti distinti faceva crescere in rettitudine. Il quatariello era sì colui che prendeva bacchettate dal maestro e cinghiate dal padre a casa, ma era anche e soprattutto chi si lasciava condurre dal sogno del presente in cui ogni esperienza ritornava e si incrociava con le altre in un rito perenne che vita e morte salvaguardava in un legame vero.

Il quadrato è figlio della sfera. Quanto la geometria non dice e tiene per sé, la memoria risveglia. Si era figli del cielo per venire scolpiti dalla terra nell'esperienza di vita. Erano i quatarielli e giocavano per strada fino a qualche decennio fa. Andavano alla ricerca di quanto è casa nelle strade rese oggi squadrate, in un mondo reso imperfetto dall'arrivismo e dalla cupidigia. Diverso da quello di ieri chiaro e limpido nell'ingenuità di chi sapeva fiorire, sedendosi ai davanzali della propria anima.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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