Domenica scorsa alle 18,30 sono state presentate alla cittadinanza di Amantea le copie dei bacini di ceramica della croce della chiesa di San Bernardino.

Queste saranno collocate nei loro alloggi iniziali posti sulla facciata principale. Gli originali per la loro fragilita' furono tolti nel 1983 ed esposti inizialmente nel museo di Reggio Calabria, successivamente riconsegnati alla tutela del convento di San Bernardino di Amantea dove sono tuttora. Autore delle copie, il maestro ceramista oltreche' pittore Pedrito Bonavita che ha saputo interpretare e ridare splendore agli originali bacini, trasponendoli nelle copie con scrupolosa attenzione e meticoloso studio. Le opere sono state eseguite sotto l'autorita' della Soprintendenza di Cosenza ben consapevole della preziosita' dei pezzi originali, unici per decorazione e disposizione. Ad accrescerne il valore contribuisce il fitto mistero che avvolge la loro provenienza nonche' committenza. Purtroppo i documenti pervenuti sull'intera fabbrica monumentale sono alquanto scarsi. Molte informazioni si e' riusciti a ricavarle attraverso la lettura dell'intera opera architettonica che nel suo silenzio ci comunica la trama di rapporti interculturali tra Amantea, "confine" d'Europa e l'affascinante Medioriente.
L'impronta dell'intera struttura gotico-bizantina esprime il pluralismo culturale altamente fruttuoso per la cittadina di Amantea. Testimoni della sua vivacita' sono gli utensili ritrovati in Terra Santa e li' giunti durante le Crociate. Il rapporto con la cultura mediorientale emerge da una lettura attenta dei piatti in cui il tratto blu che delinea immagini geometriche o teriomorfe riconduce inevitabilmente al mondo arabo. Il blu e' il colore del cielo e della spiritualita' che eleva a Dio, in netto contrasto nelle raffigurazioni islamiche con le tonalita' dell'ocra riconducibili al piano terrestre. Il piatto con lo scudo e il timone conterrebbe forse un'informazione riguardo la provenienza del corredo simbolico delle decorazioni ascrivibile alle sponde orientali del Mediterraneo. L'elemento gotico d'Oltralpe si rintraccia nella raffigurazione della lepre animale simbolo della rinascita primaverile e di chiaro richiamo alla dea germano-celtica di nome Ostara da cui deriva la parola inglese Easter (Pasqua). Il cinghiale disegnato su un altro piatto riporta agli archetipi matriarcali riconsiderati dalla spiritualita' cistercense e attraverso il gotico rivisitati in chiave mariana.
Gli elementi di cultura mediorientale e araba li ritroviamo invece nei motivi geometrici che descrivono una rotazione intorno al proprio centro trasposizione pittorica dell'occhio solare e riconducibili alle forme piu' semplici espresse dai fiori in natura. Gli uccelli infine, rimandano nella loro eleganza alle corti del mondo arabo, specchi di una tradizione sapienziale teocratica e di una raffinata ricerca di contatto tra l'uomo e Dio. I bacini di ceramica ci ricordano il valore simbolico che l'arte esprime, quale veicolo di Verita' profonda che parte dal tangibile per raccordare l'uomo alle poliedriche sfumature dell'Universo. Nessuna stella si eclissera' mai dietro l'orizzonte visibile, finche' sara' in grado di ricondurci alla percezione di Dio espressa attraverso il genio puro dell'artista.
