Non può esserci fede laddove non si contempli il mistero della rivelazione.
La rivelazione è la manifestazione di Dio nel campo materico (Teofania) e in quanto tale rompe ogni schema precostituito riguardo le leggi fisiche. Non può esserci rivelazione o Teofania che non faccia scattare il meccanismo della sorpresa. Sorpresa e rapimento sono la doppia faccia dello stesso meccanismo che si verifica nel momento in cui il dio irrompe nella Storia, precipitando sul piano materico e allo stesso tempo riscattando dall'ordinarietà colui che si lascia conquistare dalla sua comparsa. Nel caso dell'Epifania di Nostro Signore, sembra di assistere a un processo completamente diverso rispetto a quello sopra riportato.
Il Cristo in fasce suscita tenerezza, non di certo quel sentimento irruente or ora descritto, ma, a ben guardare, l’esperienza Teofanica è anche qui ben presente e rappresentata proprio dalla Cometa. La Cometa anticamente era concepita come rappresentazione divina nel suo carattere dinamico alla base del processo creativo. Luce e velocità irrompono nel blu notturno presagendo una nuova era dell’uomo, in cui il Creatore si calerà nella Storia alimentando un confronto con essa. La Teofania assume quindi un carattere cosmico ben avallato dalla sensibilità sacerdotale, sapienziale, rappresentata dai Magi.
I Magi sono tre e vengono richiamati dal nuovo prodigio ravvisato in cielo. Il numero 3 trova fondamento nel corrispettivo archetipo del Figlio che determina il passaggio dai cicli passati alla dimensione del Presente che pero’ in riferimento al Cristo assume connotati storici, non puramente emblematici come era già accaduto con le teofanie pagane. Dio cerca un confronto con la Storia e così determina una frattura con quanto accaduto prima. L’anno zero indica l’incipit della Storia che permeerà l’uomo e l’intero cosmo abbracciando ogni sfaccettatura della Creazione.
I magi sono anche astronomi e scienziati, i tuttologi delle tradizioni più antiche che armonizzavano le varie componenti della cultura umana, dando peso anche alla dimensione emotiva e sognante. Erano re di Conoscenza e Dio si apre al mondo grazie alla loro osservazione indice di oggettività culturale, di quella veridicità affatto sostenibile dalle prime comparse dei pastori