Le religioni hanno anch'esse il loro percorso ciclico e ritornano, in forme diverse
Gli archetipi trasfusi in simboli raccontano la verità intranseunte, ciò che splende irremovibile e che si riflette nella storia di ogni individuo e di una collettività. La modernità rischia di danneggiare gli archetipi, la conseguenza più insipida sarebbe l'incapacità di riconoscere una fabbrica sacra da una profana.
In realtà, la confusione culturale genererà (il processo invero è già in atto) modelli ibridi che profumano di sacro solo in apparenza e che ribaltano nella sostanza le energie positive di un simbolo.
Il Satanismo può avere la sua controparte nel Salvatore del mondo, il Cristo, modello di Redenzione, ma ci sono forme più subdole e blasfeme che conducono al l'ateismo, banalizzando la matrice sacra di un simbolo e lavorano sugli archetipi. Il profano avanza e contamina. È più facile il ribaltamento di un simbolo e la sua conversione da negativo e mortale (Satana) in positivo e divino, anziché ciò che è profano in sacro e rende moda ciò che è Verità. Su questo dovrebbero agire le religioni specie occidentali, affinché non ci sia lo smarrimento dell'individuo persona.
L'arcangelo Michele sublimamente ci rimanda proprio a questo concetto. La sua potenza ancestrale, la sua evocazione archetipica scavalca ogni stereotipo confinato ai processi storicoculturali, infondendo il senso del sacro, metastorico per sua impostazione. Il drago che vediamo rappresentato ai piedi dell'arcangelo, a volte come diavolo, non rappresenta la terra in quanto espressione della primigenia Natura, bensì l' avvicendarsi delle mode e delle culture che sbaragliano l'uomo dalla sua entità spirituale e lo decentrano rispetto a Dio.
San Michele, ossia dall'ebraico "Colui che è come Dio" è l'espressione iconografica del trionfo di Dio attraverso i tempi. È colui che dimorerà in eterno. In lui riecheggiano il persiano Metatron, Mitra, così come Apollo e il suo ctonio fratello Dioniso, i quali ritornano nei tempi per la riqualificazione di ogni oggetto che discende da Dio, incominciando dalla materia e dalle sue basi, la terra, interpretata in chiave cristiana dalla Vergine Maria che ha dato i natali a Cristo, il figlio di Dio prescelto, rappresentazione come San Michele di Dio in terra.
Il trionfatore sul Tempo è in ultima analisi il Cristo che alla spada micheliana ha contrapposto la croce, a ricordare la salita dell'uomo verso la Luce. L'importanza del sepolcro scavato nella roccia ci riconduce inesorabilmente alla grotta da cui hanno tratto origine le divinità primordiali, a ricordarci ancora una volta che con la rigidità della morte si ritorna ai primordi, la pietra, mentre lo spirito assurge a divenire energia cosmica.