Tutta la terra è percorsa da una trama di gallerie che avrebbe consentito ad antiche civiltà ora estinte, di comunicare tra loro. C'è chi sostiene che tali opere siano state compiute da civiltà aliene, tecnicamente avanzate, ma questa è solo un'ipotesi.

Secondo lo studioso Renee Guenon anticamente sarebbe esistita una civiltà sotterranea diffusa su tutto il pianeta, con a capo una figura spirituale che lui definisce il re del mondo. Tale civiltà, Agarthi, spiegherebbe la diffusione di termini aventi la stessa origine etimologica, parole dal medesimo significato, in località distanti tra loro migliaia di chilometri, nonché la presenza degli stessi simboli e monumenti, tipo piramidi, dislocati in aree del pianeta molto distani tra tra loro.
La scienza ha convalidato l'esistenza su tutta la crosta terrestre di un reticolato energetico su cui sono sorti gli antichi monumenti eretti da avanzate civiltà ritenute preistoriche, imponenti costruzioni megalitiche e veri e propri menhir come a Nardodipace qui in Calabria, nonché le più recenti cattedrali medievali. Sorge allora lecita la domanda: la storia come la conosciamo noi, non sarebbe forse da rivedere? Le categorie temporali che c'insegnano già alle elementari per orientarci nello studio delle prime civiltà, non andrebbero forse rivedute?
Evidentemente il cammino dell'uomo non ha seguito un'evoluzione lineare come siamo portati a credere, ma avrebbe conosciuto lunghi periodi di crisi e di annientamento che avrebbero spazzato via i traguardi raggiunti. In tale ottica si spiegherebbe la presenza del mito del diluvio universale in diverse culture del pianeta, e forse l'antica civiltà di Atlantide, alla quale fa cenno lo stesso Platone, non è poi così lontana dall'essere realmente esistita, come ancora molti sostengono.