Esistono persone che si vestono da vittime allo scopo di guadagnare consensi. Il rispetto va meritato. Questo discorso è valido per tutti e andrebbe condiviso ovunque dal più piccolo al più grande luogo.
Riteniamo troppo spesso per l'assurdo merito d'essere qui nel mondo che tutto sia per noi perché in qualche modo meritato. Ebbene, non è così. La giusta lettura è proprio al contrario. Siamo qui e troviamo già tutto dalla nascita affinché quel senso di completezza che dentro di noi si traduce in bellezza ci spinga a creare in funzione e nel rispetto dell'ordine precostituito. L'ordine che è il giusto verso del Cosmo, noi lo traduciamo in tutto ciò che di positivo esiste e il saper leggere e interpretare il giusto ordine ci spige a lavorare e a lasciare tracce di noi ai posteri.
Il rispetto è rispetto dell'ordine innanzitutto. Il resto è forzatura. Oggi ci si adopera nella logica della diversità pensando di apparire geni creativi, invece si decade a menestrelli del pessimo gusto. Manca la responsabilità dell'individuo che calca il suolo della propria affermazione e in tal logica si diventa apripista screditando il precostituito. È questa una operazione sottoculturale che va a sfavore del merito e lo boccia, portando consensi a chi si arroga il diritto di gestire le vite altrui.
Che diritto ha l'uomo civilizzato d'interferire nel cammino di un popolo? Chi ha il diritto di pensare nei termini della felicità partendo e isolando dal resto la propria visione delle cose in base alla propria esperienza di vita?
Chi è l'uomo per traslare e trasferire e decidere chi far vivere e chi far perire? È una logica malsana questa e non può essere definita scienza in quanto opera per la deformazione del corso universale. Dovremmo smettere di imporre vie e sistemi formativi. Che ogni pianta si cerchi la luce puntando su se stessa e non elevandosi sull'impegno e sul sacrificio di altri.