C'è una luce dentro le cose che si affievolisce ma non muore. Muta radicalmente il suo corso per fondersi con l'inclinazione del sole che compie un altro arco.
L'autunno ci porta a guardare dall'interno di noi stessi, per sposare altri interni, e l'accensione che ritorna del camino è un rito che comunica questo.
Le stelle, la volta del firmamento si fanno sempre più presenti al respiro dell'aria gelida. Questa la ritroviamo in noi come uno scampanellio di argento, perché in noi hanno posto radici canti lontani che ritornano non appena si accende la spia delle evocazioni.
Siamo in autunno quando ritorniamo in noi e gli astri in estate biondi come chicchi di grano effusi da un sole che mai ci lascia, ora sono fiocchi nitidi su prati remoti di un nero profondo. Questo è L'autunno. Ricordarsi di se stessi aprendo gli occhi sul mondo e alla luce che cambia. Risvegliarsi internamente per addormentare gli occhi sulle cose senza senso, allo scopo di ritrovare ritrovare la comunione con la vastità eterna.