In questi giorni rivado spesso ai ricordi lasciatimi dall'esperienza delle Medie. Rivisito odori, compagni e luoghi.
Forse perché in questo tempo di restrizioni, spero solo una parentesi nella vita di ognuno, involontariamente ricerco un inizio a ciò che ha tracciato il percorso della mia vita. Cosciente del fatto che non vi è un unico inizio ma tanti inizi che riemergono ciascuno con vita propria e necessariamente legati ognuno a tutti gli altri. Riposizionati in modo diverso darebbero luogo a un'altra vita, infinite vite parallele alla mia reale, che traccerebbero ciascuna, probabilità diverse tutte vere ma non reali. È quanto mi suggeriscono i sogni in corso. Legati a me e alla mia vita trascorsa ma che vedono entrare in gioco altre figure lucidamente definite, forse incontri di quelle vite probabili che pure vogliono dirmi qualcosa, oltreché di appartenermi.
Noi siamo la vita che scegliamo ma anche altro. Ovvero ciò che non ci definisce in questa dimensione e ci porge il sapore di radici antiche, germogliate poi chissà dove, in quale universo, per usare un termine tanto in voga ultimamente. Siamo ciò che non sappiamo e che si mostra inarrivabile nella sua profondità. E qui mi ricollego alla civiltà ebraica secondo cui tante sarebbero le entità divine, gli Elohim, ciascuna a capo della propria dimensione, al di là del bene e del male per come in base alle nostre leggi morali noi li conosciamo in questa realtà. Leggi morali ma innanzitutto fisiche, sulle basi delle quali avremmo impostato il discorso della moralità, e qui ritorna l'Illuminismo kantiano ma anche di Rousseau, perché società e moralità si fondano sulle leggi puramente empiriche che traggono ispirazione dalla lettura della Natura e dalla sua esegesi minuziosa che porterà poi all'osservazione della genetica e alla conoscenza delle leggi di Mendel, e infine darwiniane della selezione della specie. L'adattabilità a un contesto fa la differenza nella selezione, ma è anche vero che l'affinamento dell'Etica può cambiare le carte in tavola. Tutto parte dall'Empirismo ma sta all'Etica educare l'Ontologico affinché non decada a puro pragmatismo.