Nell'ora della sera l'attesa diventa magnetica e si fa mancanza e presenza. Bisogno di appagamento. L'attesa non è mai di chi è solo, ma del solitario che dà valore alla presenza come all'assenza e pertanto sa chi incontrare. L'attesa è di chi si sa ascoltare.
È di preludio all'incontro che può avere una qualsiasi forma. È comunque richiamo dell'anima che sa dove collocare l'esterno. Non si attende altri che non sia una presenza dell'anima. Si attrae colui che è traslazione esterna e la cui sostanza è a noi cucita e in noi scolpita come immagine.
Chi vive un rapporto vero e costante con la propria intimità, vede l'esterno in funzione di ciò che ha dentro. Al contrario, chi si catapulta costantemente nel mondo esterno ha un'integrità priva di riferimenti. Si è felici se si è sereni, e ciò è possibile a chi vive in costante evoluzione con la propria persona interiore e non si lascia condizionare dall'esterno che sempre conterrà l'impronta della sua anima.
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