Alla condivisa opinione secondo cui l'uomo è causa dell'epidemia per la conseguita sterilità dei rapporti umani, mi permetto di aggiungere tra le cause lo stato di abbandono in cui versa la Natura violentata nel suo essere.

Non sono le propagande green, le iniziative seppur lodevoli che percorrono il pianeta ridondate dalle cosiddette giornate attribuite alla salvezza del globo a esprimere la sensibilità da noi rivolta verso la nostra terra, ma la mancanza di contatto percepito sul piano della sensibilità. La plastica, l'inquinamento sono aggiunte di corredo alla mancanza di rispetto per il nostro pianeta pulsante spesso identificato come corpo morto o comunque a sé stante da noi.
L'uomo di oggi si sente eterno, inattaccabile e questa epidemia, che è troppo a mio avviso definire pandemia, anziché ledere lo spirito narcisistico e di inviolabilità terrena dell'uomo, lo sta esponenzialmente potenziando. La ricerca ossessiva del vaccino ne è la dura prova. Anziché recuperare le vie maestre della naturopatia e dell'antica sapienza che ha dato vita alla chimica moderna, si rimane concentrati su molecole e derivati sintetici frutto di elaborazioni, sofisticazioni ed elucubrazioni che porteranno al dominio su scala mondiale dei soliti ignoti.
"L'innominabile" oggi è la certezza nefasta di una direzione che segue un percorso contrario a quello per natura seguito dal nostro Universo.
Il fittizio, il volgare, il ripetuto spoglio di ogni senso ma che riferisce e sevizia è il seme di fondo a questa serie di processi che noi condanniamo ma dai quali non riusciamo a liberarci.
La Natura è tempo e la Natura è l'unica via all'immortalità. È la possibilità di riscatto per l'uomo che attraverso la morte inscritta nell'ordine delle cose ha raggiunto l'immortalità. Ciò non è dialettica sterile, ma comprensione del senso vero del Logos alla base del divino processo di Creazione. Il Cristo per redimere si è fatto redente sulla croce che esprime il senso di libertà inscritto nella circolarità storica da travalicare attraverso la morte che sviluppa il fuoco catartico. Ciò al fine di liberare le anime dalla misera contaminazione corporale. Il centro della croce è il punto di scintilla. Il fuoco riverbera ed è luce che si mantiene viva oltre lo spegnimento mattutino delle stelle.
La gloria del Cristo si palesa attraverso il fuoco che è l'elemento sacro per eccellenza. Su questo si fondano la giornata della Pentecoste e la tradizione del cero pasquale, così come del Santissimo che conferisce la sacralità all'edificio chiesa.
Il fuoco è l'elemento separatista nella mitologia primordiale, della lotta tra angeli, e scandisce la conseguente caduta di Lucifero. Il Logos esprime il verso universale che si svolge nel tempo attraverso la mitologia sacra anche giudaico cristiana. È l'elemento che rende possibile la palingenesi e il perdurare della tradizione. La terra è cenere e dalla cenere si forma l'uomo che deposita il suo corpo nella cenere a viaggio compiuto.