Vorrei che i nostri Governanti capissero che la vita non è fatta di doveri e di obblighi ma innanzitutto della soddisfazione dell'anima, che è una necessità sacra. Siamo fatti di Cielo prima che di terra.

La Natura è la vera libertà e oggi si fa di tutto per annientarla e arginarla. L'uomo è stato concepito per vivere secondo natura che è diversificazione nella libertà. Invece oggi, tutto è contratto nello spazio e nel tempo. Ogni cosa viene deformata e concepita allo scopo di essere compressa nel monitor o in un programma virtuale. Esistono le finestre che tu tasti e ti immettono in nuove realtà sempre virtuali che fanno sentire ciò che manca come qualcosa di superfluo che va superato dalla tecnologica modernità.
La Natura si erge su legami che non sono vincoli, ma associazioni empatiche che oggi vengono scardinate al fine di creare narrazioni con un senso cerebrale che non poggia sulle basi di alcunché.
Si può spaziare nel tempo di un nulla da un'immagine romantica a un nudo libidinoso e in vendita, rendendo opaca la differenziazione morale alla base di un sano vivere. Come se fossimo vegetali e cercassimo nell'animale da compagnia quel lato solidale anche forzato a volte, per sopperire alle necessità dell'anima.
Orsù ditemi, si può ancora chiamare vita questo stato di non appartenenza indotta? Non è forse una forma di vegetazione aliena ai nostri mondi ?
È giusto sacrificare la propria libertà in nome di un vincolo fittizio e subdolo che passa per salvezza di quel caso sporadico di contagiato da Covod in fin di vita ma sano all'origine?
Dove finisce la libertà del singolo, muore l'Etica.
Leggi la poesia: Distanza e lontananza e Giorni e giorni