Quando la scrittura chiama, devi abbandonare tutto quello che hai intanto intrapreso. È Dio che bussa al tuo cuore e non puoi resistergli.

Fede è lavorare nell'Arte. Avere un progetto delicato che aspetta te per nascere.
La Fede è credere di potere, perché più forte di qualsiasi altra spinta. Mette in moto le immagini interiori che trovano sfogo con vari mezzi. Può essere la penna o la chitarra lo strumento di voce. Non importa. Pari all'artigiano che ridefinisce nel mondo il progetto di Dio, c'è solo l'artista. Colui che fa incontrare terra e cielo. Ragion per cui lo Sciamano è anche poeta, prima ancora di guaritore. Egli sa perché vede dentro di lui la Bellezza che può rifiorire nell'anima in difficoltà che aggredisce il corpo. Egli vede ed elabora parole. Incanta col canto, intonando la sua melodia che adesso nasce con lui. Incantare ha la stessa radice di Canto e smuove le corde ricreatrici del Creato. Incantare è il nettare della vita. L'incanto unisce il fautore dell'opera e chi l'assapora in un rapporto indissolubile che va oltre l'amore da noi concepito nel quotidiano, e ci rafforza in Dio.
Le nenie miracolose, le filastrocche della curandera... non importa se fossero già prima di chi le intona. Con costui rinascono a nuova vita, in un processo di rinnovamento che è Resurrezione e si compie anche in chi l'ascolta.
I preti ortodossi cantano e come diceva anche Sant'Agostino: il canto è la più alta forma di preghiera. È la voce che si fa danza o ritmo sensuale, a seconda del progetto che veicola e va a saziare l'anima attraverso i sensi.
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