Non c'è mai noia nel ricordare quando si pensa a qualcuno. Gli eventi si ripetono con l'aggiunta sempre di qualcosa di nuovo che abbellisce chi ricorda e narra a se stesso.

Si pensa che sia umano lasciarsi dopo anni di convivenza. Io invece lo trovo semplicemente bestiale. Posso concepire la distrazione di un momento, ma non la chiusura definitiva. Nell'altro c'è sempre una parte di noi che non può essere rimossa. È questione di sensibilità, me ne rendo conto e di approccio alla vita.
Nella promiscuità di tutto e del lavoro in primis, sarebbe obiettivamente giusto pensare a progettare una vita in due, trovata la persona ideale. Come ho già più volte ribadito, viviamo l'epoca della caduta degli dei costruita sul successo e sui guadagni eccessivi. Fino a ieri era eccessivo tutto, fuorché l'amore provato e riconosciuto. Oggi non più. Siamo stati educati a concepire e a relazionarci all'amore sulle basi di un guadagno sicuro, e non a dare la priorità all'amore. Così facendo, tanti rapporti sono crollati alla prima crisi economica vissuta dalla coppia.
Se avessi un figlio, gli consiglierei di costruirsi mattone su mattone, sulla sensibilità e sulla fede prestata ai sentimenti. Trovare l'amore oggi è il vero successo. L'istruzione non viene più garantita, i percorsi professionali non riconoscono più il merito. Le voci sono sorpassate da messaggi telegrafici nel virtuale, facendoci dimenticare cosi, il legame con le note dello spirito risvegliate dalla voce che nel tempo non sviene divenendo oblio, come accade invece alla bellezza, ma si rafforza caricandosi di presenza.