Le nuvole fanno sì che le preghiere ritornino sulla terra portandoci alla riflessione profonda.

Il rimbalzo è necessario a edificarci sul piano della coscienza ed è il tramite con cui innalzarci a Dio. La preghiera è dell'uomo e finalizzata all'uomo e sgorga spontanea come una sorgente dalle viscere del cuore. Così purifica e guarisce.
L'autoguarigione è il risultato di lunghe corone di preghiera individuale che ripiombano sul cuore come un manto di protezione.
Ognuno è solo nel quadro del Tutto. In ciò la solitudine implica non la caduta nello stato di abbandono a Dio ma la centralità in Lui. Il singolo acquisisce in tale ottica il valore inestimabile di essere insostituibile. È l'assoluto concentrato in Dio. La preghiera in tal caso è muta, racchiusa nel calice del suo esistere.
La Fede matura diviene così esserci sul piano della preghiera, significa vivere in simbiosi con essa al punto da non concepire altro al di fuori di essa. La preghiera non è la recitazione passiva del mantra che corrisponde nel credo cristiano al Rosario. La preghiera come mantra è per coloro che non raggiungono la centralità in Dio e hanno necessità di ricorrere alla voce comunitaria. Di coniugarsi al Tutto attraverso la rete di relazioni, come stelle di una costellazione che si tengono per mano attraverso fili d'argento.