La Bellezza è riconoscersi e appartenersi. La ritroviamo.alla base della filosofia dell'appartenenza.
Tramite la Bellezza, valore assoluto, il molteplice si riconduce all'Uno. Essa è il tramite di accorpamento che ci cementa. La Bellezza pertanto si organizza e fa scattare l'immagine etica che ritroviamo all'origine dell'organizzazione naturale e dell' ispirazione delle religioni. Esiste la Bellezza intuitiva e artistica e poi la Bellezza ordinata e scientifica. Infine la Bellezza come simbolo di un quid superiore a cui riconduce attraverso l'immaginario iconografico e l'applicazione di equilibri e regole dei codici artistici.
Alla Bellezza concettuale e di ordine sacro si affianca quella privata che sorge tra due anime che si scelgono. La Bellezza qui ha matrice aprioristica. Ci si sceglie in base al riconoscimento reciproco il cui connotato simbolico è la diade primordiale, la coppia originaria scissa dal tempo e dalla storia. La Bellezza qui ha quindi un significato metastorico e protostorico che parte dalla contemplazione dell'androgino relativo al mito primordiale dell'Adam Kadmon. La memoria e il ritrovarsi nella caduta nel tempo risiede nell'esperienza storica ed empirica che diviene tramite e accesso all’esperienza psichica. Le anime si ritrovano in nome di quel principio di inscindibilita' che determina l'appartenersi reciprocamente. L'unione talamica ha quindi il ruolo di riportare all'Uno i singoli in coppia e acquista valore mistico.
La coppia durante l'atto completo si riporta senza alcun tramite artificioso, esterno, all'origine producendo bellezza. Da qui la Bellezza acquista valore trascendentale qualificandosi come strumento attivo di estasi. La Bellezza quindi è origine ma anche salita, senso del Tutto che oggi la cultura consumistica tende a squalificare.