Abbiamo bisogno dello stupore per penetrare le sfoglie della vita e carpirne i segreti. Lo stupore si perde con l’assuefazione all’abitudine e il cedimento totale alla ragione.

Si nasce completi e con l’andar del tempo si perde quella purezza magica, a mano a mano che ci si lascia sedurre dai labirinti della vita. Cio’ che chiamiamo ragione o logica o lume della conoscenza, in realtà è dispersione. Ci sono mondi che la mente ignora e il cuore vede e contempla. “La mente mente” è questo un celebre pensiero di Giordano Bruno, il filosofo dei legami e del Tutto. Questa dimensione non è che una goccia dell'infinito, che contiene a sua volta l'infinito. Siamo infiniti, diceva ancora il filosofo Bruno. I parametri della matematica accademica vengono demoliti da ciò che alla ragione (dal latino Ratio=porzione) appare un'assurdità inconcepibile e inammissibile. Eppure la Fisica nutrita di filosofia trascendentale ormai si apre ad altre visioni esplorative ed inclusive.
I bambini sono gocce di infinito che possiedono al loro interno la completezza frutfo di vite passate e risalite al Cielo.L'apprendimento scaturito dalla sensibilità come confronto e mezzo di acquisizione del Reale apre all’unicita’ di ogni singolo caso. La sensibilita’ e’ nemica dei processi di generalizzazione che ahime’ oggi prendono il sopravvento su tutto e con la globalizzazione minano quanto non risulta omologabile e quindi gestibile, a incominciare dall’identita’ stessa. Siamo figli della completezza e ad essa faremo ritorno. Non tutti, solo coloro che non smarriranno se stessi, concependo ogni tappa un momento singolo nell’arcipelago definito di esperienze.
La pienezza dell’estasi ci lascia al momento della nascita, ma solo chi e’ capace di stupirsi perche’ dotato di sensibilita’ puo’ riviverla grazie anche all’arte, alla musica e non solo. La Magia non puo’ che essere concepita come altro rispetto alla rottura del mondo fittizio e apparente. Essa, nel momento in cui si rivela, ci trasla fuori dal tempo, in quella dimensione di totalita’ ed estraniazione di ritorno. In questo la dimenticanza acquisisce un volto nobile e un significato essenziale. Con l’estasi concepita dall’estetica dimentichiamo noi stessi per scorrere nella fluidità interiore. L'arte esplica in ciò la sua radice di verita’ (rt) ed è la via attraverso il mondo che ci ricolloca fuori dal mondo. L’arte ci permette di gustare la vita nel suo fremito sfuggente. Siamo qui ora, ma apparteniamo al Tutto e attraverso l’estasi estatica ritorniamo al nucleo originario.
Il simbolo della Scala ha in questo discorso una rilevanza cruciale. La stessa scala ci consente di salire e scendere tenendo in vita il contatto con le sfere superiori (la famosa scala di Giacobbe tramite cui salivano e scendevano gli angeli). La scala unisce i mondi e ci riporta al centro di noi stessi (la scala a chiocciola) ricordandoci l’uscita dal tempo che e’ il fine ultimo della nostra Esperienza, espressa sul piano orizzontale tramite il movimento dall’esterno verso l’interno e il suo contrario, sottolineando la rinascita dell’essere e la sua espansione infinita che apprezziamo nella genialita’ di Leonardo.