La felicità è un sentimento più che uno stato e va educato vivendo. Ci inculcano la mentalità che sia una scelta, quasi le scelte fossero il traguardo di un percorso obbligato, ma non è affatto così.

La felicità è frutto di un cammino personale fatto di rinunce a condizioni viziate che ci impongono limiti. La felicita’ e’ pertanto conquista e ogni conquista necessita di una o piu’ perdite. E’ il ritorno a uno stato di purezza in cui si vive spogli di vincoli e catene. Bisogna denudarsi per essere felici. E oggi, nella societa’ viziata da egoici consumi che piovono dai detonatori di un regime con sumistico, appare come una impresa eroica.
Gli eroi del passato compivano imprese ardue e uniche uscendo dal guscio della loro completezza ed integrita’ individuali. L’impresa acquisiva un taglio esperienziale che di egoistico aveva solo la parvenza poiche’ in realtà arricchiva la comunita’ identificata come patria da cui sgusciava l’anima dell’eroe. Gli eroi mitologici erano i padri di colonie e nuove terre. Pertanto sarebbero divenuti i fautori del destino di nuove stirpi (vedi Enea del poeta Virgilio). Oggi le imprese in controtendenza rispetto alla cultura condizionante ed egemonica dovrebbero tendere all’ampiamento del terreno individuale di consapevolezza acquisibile agendo al di fuori degli schemi prestabiliti e imposti. L’individuo va scardinato prima di poter abbeverarsi alla coppa della felicita’. Oggi c’e’ una pressante induzione che ci spinge a una felicita’ puerile nutrita di consumistiche esperienze usa e getta farcite da una spinta alla sterilità dell’anima. La sterilità è la conseguenza di tutto questo processo di impoverimento che tocca a piu’ livelli ogni ambito, non ultimo quello sessuale. La felicità non diluita in scintille di attimi ma intesa come conquista, realizza l’uomo e lo conduce al futuro. E’ fertile e garantisce un seguito determinato anche in termini di prole. La sterilita’ maschile è il campanello di allarme che getta ombre inquiete su un avvenire disumanizzato e ci orienta alla sempre più vicina frontiera del transumanesimo.