Caso e Casa. Dio e la fonte del tempo
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Caso e Casa. Dio e la fonte del tempo

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Caso e Casa. Dio e la fonte del tempo
Caso e Casa. Dio e la fonte del tempo

 

Il crollo della casa è sempre stato una delle situazioni peggiori da vivere e che ha determinato nell'uomo antico uno tra i peggiori tormenti. Assicurare stabilità a sé stesso e ai propri cari è stato tra gli obiettivi che ha distinto l'uomo dalla donna.

Se alla donna spettava l'educazione spirituale, all'uomo la tutela fisica prima di ogni altra cosa.

Abbiamo visto l'attinenza tra "casa" e "cosa". "Casa" è il tutto. Per il bimbo è l'equivalente di "mamma" perché nel ventre materno ha trovato la sua prima collocazione. Possiamo essere ovunque ma uno solo è il luogo che definiamo casa ed è lì dove siamo noi col cuore e gli affetti più grandi, anche solo ricordi.

"Caso" deriva da "cadere" e per l'uomo antico la caduta era la forma di separazione dalla propria casa e coincideva con la morte. Questo non solo perché la morte ci pone distesi e in orizzontale, ma perché la morte ci riconduce alla condizione di polvere. Restituendoci alla terra, ci riporta indietro, allo stadio ancestrale.

La casa era l'equivalente della forma fisica umana ravvisabile nella stella a cinque punte o nel pentagono che più che l'uomo riproduce la figura di una donna tozza, secondo la rappresentazione della donna arcaica.

La casa protegge ma la casa ci riporta alla collocazione nel tempo. È l'arca di Noè fluttuante nel diluvio. Rappresenta al tempo stesso la caduta e ciò che ci ripara da essa. Il tetto di una casa è la nostra testa e se c'è il fulmine che crolla sul solaio, in corrispondenza abbiamo il fulmine che si abbatte sulla testa dell'uomo. Da qui l'immagine dell'idea che spunta all'improvviso accendendo la mente.

Se il fulmine che si abbatte sull'uomo rappresenta il passaggio brutale dalla dimensione ctonia a quella diairetica, a proposito dell'abbattimento della casa rappresenta il trionfo della precarietà e la caduta di ogni certezza. Che la lesione di una casa parta dall'alto o dal basso, determina comunque il cedimento di tutta la struttura e l'inabitabilita'. L'abitare è altro dall'essere. L'abitazione è connessa alla proprietà. Abito una casa che può essere mia come anche no. "Abitare" ha la stessa radice latina di "Avere" mentre "casa" fa riferimento a "sum: sono".

Il caso è l'incidente che fa cadere la casa e ferisce mortalmente la psiche dell'uomo oltre che il fisico. La casa è quanto l'uomo deve conquistarsi una volta accaduto l'incidente irrimediabile della disobbedienza a Dio. La cacciata dell'Eden trasferisce l'uomo all'esilio sulla terra e la cavità della grotta gli rifà assaporare la dimensione di beatitudine che ha lasciato.

Perdere la casa è tutto. È la dispersione interiore come anche il disorientamento che s'impossessa dell'uomo e lo fa annaspare. Perdere l'abitazione è altro. A questo c'è rimedio.

Nelle civiltà sciamaniche la base di tende e case è a base circolare a riportare la condizione di accoglienza. La casa è accoglienza e all'interno l'uomo antico lasciava degli angoli ben studiati e decisi dalla sua spiritualità, dove rivolgersi a Dio. Le nicchie nascono come casa nella casa e come cuore all'interno di essa. Sono il tempio, luogo sacro scelto secondo il principio che il piccolo contiene l'energia potente e purissima di Dio. Principio questo che ritroviamo in modo particolare nelle religioni mediorientali e nella religione a noi più vicina che è quella ebraica, con l'esempio del Sancta Sanctorum e dell'arca di Noè.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.