Sant'Antonio Abate tra il fuoco e il tuono
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Sant'Antonio Abate tra il fuoco e il tuono

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Scuola dell'Italia meridionale, secolo XVIII. Ex voto con un miracolo di Sant’Antonio abate
Scuola dell'Italia meridionale, secolo XVIII. Ex voto con un miracolo di Sant’Antonio abate

 

Un Santo che di solito viene considerato in relazione al Carnevale che inaugura è Sant'Antonio Abate. Questo santo da non confondere con gli altri Antonio tra cui il santo di Padova, è molto venerato nel Sud Italia perché connesso con le civiltà della pietra e del deserto.

Ancora nei paesi della Campania e della Puglia c'è l'usanza di accendere i fuochi per strada il 17 gennaio. Per meglio entrare in questa tradizione che alcuni legano all'uscita dall'inverno e ai riti celtici, dobbiamo ricondurci all'etimologia del nome Antonio. Come spesso accade in relazione ai nomi dei santi, attorno ad "Antonio" si è venuta a determinare un po' di confusione perché diverse sono le radici etimologiche e culturali di riferimento. Le principali vedono "Antonio" discendere dal greco Anthos: fiore, oppure dall'etrusco col significato di "combattente" o "coraggioso". Quest'ultima attribuzione è a mio avviso quella più attinente e legherebbe "Antonio" all'etimo "tuono" come voce dei lampi. Questa derivazione spiegherebbe il motivo per cui "Antonio" nei dialetti meridionali viene convertito in "Antuono".

Sant'Antonio era un anacoreta del III secolo che abbracciò i principi di castità e povertà. Visse ramingo per i deserti soggetto alle forti tentazioni del demonio che lo spinsero ad una vita sempre più povera e lontana dal mondo. "Anacoreta" significa proprio "colui che procede da solo, in disparte" e si oppone a "cenobita" che significa "colui che vive in comunità". Da Koinos deriva anche Cena che anticamente era il momento in cui si riuniva la famiglia o la comunità, a differenza del pranzo spesso consumato in campagna o sui cantieri. Questa differenza è ancora presente nelle civiltà nordiche e anglosassoni il cui clima ha influito sugli spostamenti e sulla divisione tra casa e lavoro.

Ancora nel Sud Italia c'è la tradizione di pranzare e cenare insieme. La disgregazione del nucleo famigliare nella pausa pranzo è tra le cause principali della crisi di unità e identità famigliare nei Paesi Nordici.

La vita di Sant'Antonio fu spesso molestata dall'intervento del diavolo che spinse il mistico a irrigidirsi sulle sue posizioni di purezza. Il fuoco è appunto simbolo di castità e di catarsi e accompagna i momenti di preghiera del Santo che si divise tra lunghe peregrinazioni nel deserto e l'austerita' delle grotte. "Antuono" rimanderebbe appunto all'effetto di risonanza della voce restituita dalle pareti di roccia. Tuono significherebbe Tono e "l'alto tono" era collegato anticamente alla posizione sociale più prestigiosa, ragion per cui Tuono è stato associato a Trono.

In Sant'Antonio persistono riferimenti al fulmine rappresentato dalla spada che scinde e purifica, e al tuono che precede il fulmine scagliato da Dio in risposta all'operazione catartica applicata dal Santo alla sua anima. Il tuono è il rimbombo della propria voce ascoltata da Dio che eleva il Santo sempre di più verso l'Alto. Alla grotta corrisponde il silenzio del deserto e del mare, tutte dimensioni ctonie e attinenti agli Inferi, dimora del diavolo contro cui il Mistico mosse le più accese e coraggiose battaglie.

Il mare è sede di scontri e lotte anche con i demoni rappresentati dalle creature marine. L'associazione persistente in Calabria "Antonio -Totonno -Tonno" ce ne dà conferma.

Proprio per la scelta di vita in assoluta povertà, Sant'Antonio Abate è colui che anticipa il tempo di Quaresima e pone il Carnevale che inaugura il 17 gennaio in relazione con il calendario rituale cristiano.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.