Le Calabre erano donne armate di grande pazienza. Lavoratrici infaticabili tese a fare ogni cosa per bene e a piegare le ore e il tempo impiegandoli al meglio. Se si pensa sl Sud si considera un aspetto che non gli corrisponde. La sciatteria fusa al vagabondaggio del dolce far niente. Forse lo siamo diventati in una modernità distruttiva che ha fatto a pezzi sogni e interessi.
Un tempo il Sud e le donne erano figli del fare e del fare bene. Degli impasti e dei tempi di veglia. Di rigida vigilanza, di tempi trascorsi a sorvegliare il lavoro fatto e a rimestare in cucina. La fatica non consiste solo nell'impegno fisico e costante, ma nell'attesa e nel controllo del proprio operato.
Veder crescere l'impasto era una prova di grande soddisfazione. Era la certezza di aver dato vita a qualcosa di bello fuori dal proprio ventre, con l'ingegno, contribuendo agli sforzi del mondo. Massaie senza nome, contadine e venditrici di frutta e di ogni semplice mercanzia diventate personaggi di storie inventate dove c'è tanto di vero. Donne che hanno vissuto appieno individualmente e che hanno perso la loro anonima individualità divenendo visibili attraverso il prototipo identificativo raggiunto.
La collettività ha formato e ha plasmato la letteratura fondendo inventiva e storia di comunità. A questo djscorso si affianca la romanza cavalleresca che fantastica sul valore delle campagne militari, farcendole di poesia e amore.
È il mondo medievale cortese. I temi delle crociate vanno a sommarsi a quelli del ciclo bretone e arturiano dando sfogo alle romanticherie dei Paesi più a Sud, bagnati dal Mediterraneo al confine con l'Africa e i bassi Balcani. L'Ariosto con l'Orlando Furioso esprime proprio il sincretismo che si raggiunge nel Rinascimento tra dato storico e fantasia allineandosi ancora alle romanze provenzali alle quali aggiunge riferimenti mitologici relativi alla nuova stirpe che va a delinearsi, quella degli Estensi. Riecheggia il riferimento alla gens romana discendente da Enea e l'impulso a ricreare i fatti con l'ausilio dei tramandamenti popolari.
Torquato Tasso nella sua opera "La Gerusalemme liberata" rappresenta un ulteriore passo in avanti. Il suo poema si snoda tra riferimenti di date certe e notizie a proposito della conquista del Sacro Sepolcro, aggiungendo elementi fantasiosi nella trama. Si va profilando con lui un serio e rigoristico atteggiamento verso l'impostazione non solo storiografia ma di vera coscienza storica che tende oltre alla giusta collocazione di date a riferire i fatti per come sono accaduti, riportandosi al metodo di Tucidide. Lo scientismo rinascimentale abbraccia non solo i calcoli e la geometria dai piani terreni a quelli celesti, ma cambia l'atteggiamento del letterato e dello storico che vanno alla ricerca della verità compiuta.
Torquato Tasso rappresenta una pietra miliare nell'evoluzione letteraria verso un'inclinazione critica che darà spessore nei secoli successivi alla letteratura italiana marcandone l'identità. Lo scontro tra immaginazione e storia darà vita a tante soluzioni creative e stilistiche sul raffronto tra storia e trama amorosa e "I promessi sposi " ne saranno uno spiccato esempio anche per i riferimenti alla fede non solo secondo un'inclinazione emotiva, ma ragionata, oltreché illuminata.