Incontriamo chi non conosciamo e qui è il vero senso di ogni incontro, a prescindere che sia momentaneo o il preludio di una relazione profonda. Conoscere è quindi riappropriarsi di uno sconosciuto a noi tanto caro a monte del tempo. Ritroviamo noi e loro nei sogni, anime dimenticate perché traslate in luoghi in cui ci sembra di naufragare al presente per miracolosi frangenti.
Ottobre e il suo cielo ci preparano sl sacro congiungimemento di vita e di morte che avverrà a Novembre e si concluderà col Natale. In tale prospettiva il sopraggiungere dell'inverno assume carattere di compimento. Della vita che risorge in eternità sulla morte. Il cielo apre i suoi cancelli e assume la forma di un ringraziamento rivolto alla terra grembo di semi e di ricordi.
Siamo concreti quando ritroviamo noi stessi nelle enigmatiche pieghe di altre vesti. Siamo noi quelle anime e con noi per altre vie rincrociamo i passi.
In miracolosi frangenti
Flotte di anime ci giungono incontro
nei sogni che popolano
i nostri sonni enigmatici.
Chi sono?
Parenti antichi da noi travestiti,
geografie dell'anima cristallizzate
in volti e parole.
Sono le quattro prima dell'alba.
Consolazione e volo
verso un altrove mai tastato,
eppure presente e toccante.
Mi sento a mio agio
ora, dopo lo stupore tramortito
di quest'incontro che parla
un linguaggio disceso dal futuro
ma che ha radici lontane.
È mistero la tua visita,
un tenue andare che mi porge gioia
e il profumo di una delicata simbiosi
tra chi sono io
e la tua mano che mi stringe.
Ippolita Sicoli