Siamo memorie e il frutto di trasposizioni. Pur restando ancorati al luogo dove risiediamo, possiamo tingerci di luce, come anche imbrigliarci nel fango e nel dolore. E mai sapremo, quanto chi amiamo è realmente parte del nostro presente dove siamo a seguito dell'aver trasvolato, o intimo passato che ritorna. La creatività in questo si sprigiona. Nel nostro rendere speciale e unico ciò che la vita ci rimanda allo scopo di donarci noi a nostra volta e di donare altre possibilità.
Siamo finestre sul già vissuto e condotto a volte astrusamente, altre bizzarramente giusto per metterci alla prova. Siamo alberi e lo siamo per davvero, nella prospettiva di donarci per affermarci, e intanto ci tendiamo e in questa tensione diamo forma a noi stessi.
Alberi
Il sacro dio del passato,
il sacro arcano troneggia
e tesse reti nel cielo,
mosaici di meravigliose vedute.
Non esistono più
le nubi di un tempo,
e fili di fumo bianco percorrono e
uniscono estremità sfuggenti.
Tu albero,
tumulo di ricordi antichi,
guardiano di insolute memorie,
tu sei il greve labirinto del cielo,
caduto e rapito
dalla mano che t'implora.
Ippolita Sicoli