Il gatto col Collarino ha traslocato sul balcone all'angolo della strada, con lo sguardo a distanza mi capita di incrociarlo mentre se ne sta tutto solo. Mi sembra sacrificato. Qui nel giardino aveva spazio a volontà e penso a quanto l'indole individuale possa fare molto nella vita e decidere per noi il corso dell'esistenza. Noi ci affidiamo a Dio o all'Universo e gli animali... i vegetali a chi si rivolgono? Forse a se stessi. In molti casi a noi umani, esseri capricciosi e irriverenti verso i mondi più grandi o piccoli a tal punto, da non comprenderli.
Per gli animali noi siamo dei. Ogni specie ha i suoi dei, punti di riferimento imprescindibili. Ma tutti rivolgiamo lo sguardo a nuvole e stelle, a volte contemplando, a volte per rassegnarci, a volte per ringraziare della rabbia denudata o abbandonata per strada. E lì ritroviamo tutti la casa perduta, il centro a cui rivolgerci perché tutti, grandi e piccini abbiamo infuso nel nostro profondo l'orientamento verso la superficie che è il nostro tetto. Per i pesci il tetto o la volta è la superficie del mare, là dove si spingono per poi ritornare alle loro care profondità. C'è chi risale la montagna d'acqua per incrociare il tripudio di riflessi degli astri e chi non vi giungerà mai per i propri limiti. Ci sono specie e specie e tutte con un'innata inclinazione. A parte c'è l'incanto del privato sentire che ammutolisce tutti in una corale affezione che si trasfonde in religiosità, che è imprimere nel cuore quanto di bello esiste dall'eternità, dovere di tutti preservare.
Insieme sotto drappi di stelle
Vorrei dire tanto e anche di più
alla voce tua che calda scorre la sera,
come un lumicino che espande un fiotto di luce.
Vorrei dire ai campi di stelle
che tu sei la pace che risiede nel mondo
e silenzi il delirio dei contrasti.
Sei l'armonia di corpo e luce,
di tenebra e chiari di luna
che lanciano fremiti sul pelo dei gatti riuniti
sotto la volta del paradiso.
Siamo tutti soli e muti
quando la celeste infinità ci domina.
Non importa che abbia colori
e forme
o orizzonti sperduti al fiato dello sguardo.
Siamo qui tutti e tutto resta
nel suo implacabile mistero
che è anche orientamento delle singole vite.
Invalicabile confine che spinge
a dipingere altri mondi.
Ippolita Sicoli