Nessuno pensa a chi è solo. Tutti hanno una famiglia su cui concentrarsi, in questi giorni di emergenza. Tutti hanno il ricordo di un amore vissuto pienamente o stanco di sforzi e i figli e i nipoti da accudire. Tutti hanno un padre o una madre in casa tornati pargoli, dai quali ricevere compagnia.

Ma c'è , ci sono altre realtà alle quali questa società non guarda e per le quali anche il neon del bar a tarda notte può essere un sogno che ancora vibra dentro. La fiammella di una candela ardente.
I tempi che sono
Avevamo sogni e desideri
non ancora ingialliti,
non ancora echi.
Siamo stati piantati
sulla terra
per creare pascoli di gioia e avvenire,
non per guardare dai vetri la vita
in secca.
Poi è venuto il tempo
del deserto,
dei fiumi gonfi di lacrime
versate per chi non riusciamo a stringere.
È il tempo questo,
del veleno,
della contrazione degli spiriti
e di un alfabeto tutto da inventare
sulla base della distanza
che coltiva i fiori
della solitudine
e il germoglio
di un arcobaleno tutto da sbiadire.
È il tempo delle lettere
senza un destinatario scritto
perché evanescenti restano i volti
e i sorrisi macchiati di solitudine
di chi aspetta a una scrivania.
Io ti cerco e ti penso,
nonostante tutto,
perché sei il brivido
che mi dà vita,
nell'anima mia che tarda a farsi silenzio.
A un scrivania
e al buio che avanza
di giorni senza giorno,
a te dedico la mia vastità.
Ippolita Sicoli