Il disincanto nell'età adolescenziale lascia un marchio indelebile. È il bianco che diviene di colpo nero, senza confrontarsi col grigio. È la nuvola bianca che all'istante degenera in tempesta.
Bianco su nero
Io chiusa quì, seduta su una sedia,
il mio pensiero spazia all'infinito.
Strane emozioni, ricordi antichi,
e una musica echeggiante, brutta, amara
occupa la mia mente.
Voglio dimenticare, andare oltre,
verso una felicità anch'essa nera;
ma c'è qualcosa che mi tiene.
Mi avvicino alla finestra:
Vetro di ghiaccio, specchio grafico.
La mia atmosfera, la mia anima, il mio sguardo abissante
vola verso l'alto, rimbalza nella cappa scura.
Immagini sfuocate, case basse viste dall'alto,
la mia anima vola verso il nero fino a toccarlo,
mentre avanza, avanza l'incubo nella stanza.
Pareti scure,
voglio gente.
Mi volto, ma poi...
Perché sfuggire alla realtà?
Continuo a guardare con occhi diversi, sempre gli stessi.
Figure statiche, niente,
solo un suono forte e lontano.
Mi manca il respiro, neanche una parola.
Il fumo bianco usciva dal fumaiolo su uno dei tetti spioventi delle case,
mentre, lentamente, avanzava nel vuoto nero
una macchia bianca, statica, sfumata, terrorizzante;
una sola, ed io lì a guardare spaventata, tuffata
in me stessa.
Tu sei una nuvola bianca,
un grande episodio nella mia vita
per la mia anima sporca di sangue, priva di esistenza.
Una linea spezzata,
che attraversa il buio sempre più profondo.
Ippolita Sicoli