Nessuno nasce immune all'amore, ma c'è chi cade nella travolgenza e da lì non ritorna più. Lì resta trafitto per sempre dalla dimensione sognante che fa non amare le cose per come sono, ma per il loro alone di magia.
C'è l'uomo che regala briciole e l'illusione di una notte venduta a caro prezzo. Con il cuore in ordine se ne torna a casa, vuoto di tutto ma con una speranza che guarda lontano. Come fosse un poeta bambino.

L'uomo di tutte
Pari a un funambolo
è l'uomo di tutte.
Si mantiene in equilibrio
senza ombrello,
sicuro di non cadere
nel vuoto di un amplesso,
nella pace tra i seni di una donna.
Senza ricordi e
intimità segrete
salta sfuggente e elegante
da un marciapiede all'altro,
per ficcarsi in un sontuoso portone
o nel buio di un vecchio androne.
Non restano impronte dietro di lui,
ma la scia di un profumo
che contiene tante cose,
ma sono vuote le tasche dei ricordi.
Mentre sale agile su per le scale,
lo spio dalla finestra della vita
e attendo in lui un errore, una striscia,
una riga.
Qualcosa che non splenda,
il segno del suo cuore rapito
che dall'alto della fune
lo guidi verso di me
che aspetto una vita per vivere.
Che mi darai mai?
Il tuo cuore sgualcito
non ancora tradito.
Quel profumo di nuovo
mai del tutto sbiadito
che è mio
dalla notte dei tempi,
nel vecchio baule
da allora al riparo
e che ancora
ti perseguita.
Ippolita Sicoli