Gentile signora Guzzanti, non sono mai stata una sua particolare estimatrice, ma al di là dei gusti personali, non ho mai ritenuto fino ad oggi che lei abbia peccato di superficialità o di aver reso una lettura parziale dei fatti.
Al di là dell'ostentazione mediatica di cui lei si serve, nonostante l'avversione resa pubblica a un certo tipo di TV che definisco di consumo, oggi, a proposito della vignetta satirica francese, mi permetto di dire che mi ha proprio delusa e non per aver preso le difese del giornale, ma per la superficialità con cui ha considerato il caso.
Non è da lei, mi perdoni, affrontare il quadro complesso delle fragilità socio politiche che flagellano l'Italia, accusando frange di criminalità che pure hanno il loro peso, ma che non sono senza dubbio l'unico cancro di questo meraviglioso Paese. Puntare il dito contro la mafia, lo trovo assolutamente riduttivo e, a rigor di cronaca, di scarsa professionalità, non solo, ma avvalla un'opinione della nostra Italia che, a mo'di barzelletta, tende ad affossarci dietro a uno stereotipo che ormai ci calza a pennello. Ma per caso, non era proprio lei a parlare di trame occulte e quant'altro, riguardo il sistema Italia con ripercussioni tragiche sul terremoto che sconvolse L'Aquila? E allora?
Forse sarebbe più opportuno abbandonarsi al silenzio meditativo, non solo per onorare i defunti, ma perché, come si suol dire, prima di parlare e fare notizia, è bene affrontare se stessi nella dura operazione di autocritica, per non incorrere nrl rischio di gettare benzina sul fuoco e, allo stesso tempo, di distruggere la propria indelebile immagine.