Chi sono i giovani del rave party nella Tuscia? Forse la loro identità spiega la mancanza di interventi da parte delle autorità? Sicuramente sì.
È vero che il più delle volte le forze dell'ordine tendono a sanzionare gli individui più che la massa disobbediente, ma quanto sta accadendo nella Tuscia è un caso a parte.
Tutti sapevano e nessuno ha pensato di intervenire. Si è sottovalutata la portata dell'evento? È fuori discussione. Siamo sorvegliati e nulla sfugge alla dirigenza dei social e a chi ha in pugno il flusso di notizie e informazioni nei canali virtuali. Il tam tam e il passaparola per darsi appuntamento al rave si sapevano, eppure nessuno ha agito intervenendo preventivamente per bloccare tutto.
Chi sono questi giovani? Dovremmo quindi porci.
Se andassimo a indagare, scopriremmo che sono tutti figli o pedine di chi opera all'interno della piovra mondialista. Roulotte e camper che sarebbero troppo per giovani vandali squattrinati. Droga e tanto altro, tatuaggi e look bestiale non sono di certo una novità per chi è all'interno delle Ong e si ritiene diverso e in opposizione alla massa, pur facendo l'interesse di chi pilota media e traffici umani.
Violenza e inconsistenza dietro quell'atteggiamento di naturalità forzata che di certo non li distingue in bene dai figli di papà che già a 18 anni hanno tra le mani la conduzione di yacht e panfili.
Loro possono, noialtri no. A loro il green pass non serve perché senza semafori d'obbligo. Liberi di spostarsi dove e come gli pare perché un compito ce l'hanno: portare scompiglio e diffondere allegramente malattie e infezioni, tra queste anche il Covid e protrarre così misure e restrizioni per noi gente comune. Loro lo sanno e tacciono. In compenso, anarchia e sregolatezza e fiumi di droga come ben servito. Peccato che ci scappi il morto, ma per chi vive sulla strada che sceglie quotidianamente come sfida al mondo, questo è un rischio che vale la pena di correre oppure, lo scotto pesante da pagare.