Mentre discutiamo di Fedez e di dati infondati accade questo. Siamo ciechi sulla realtà ma vediamo il nulla. È questo quanto ci fa passare la manipolazione mediatica attivata anche attraverso i social, tramite lo straniamento dai sentimenti che contraddistingue la nostra epoca.
Siamo nutriti e viziati di dati e numeri che ci portano lontano dalla tensione vera e relazionale con la realtà, oltre che affettiva. Non quadra alcunché in tutto questo e il carattere distopico ci fa smarrire il legame che non andrebbe mai allentato tra intelligenza del cuore e ragione. Si perde tempo a chiacchierare e a litigare su cose inutili che portano voti e rimpinzano di potere qualcuno e non a discutere della vera miseria che pure ci attornia e ci riempie. Siamo pieni di vuoto e di vuoti. E la cosa tragica è l'assoluto mancato bisogno di quella relazionalità innanzitutto con noi stessi che dovrebbe definirci oltre che riempirci.
Un tempo i giovani usavano la droga per disperazione. I giovani di oggi la usano per moda o senza alcuna giustificazione. Sia ben chiaro, nessuna giustificazione merita di essere ascoltata a proposito della droga, ma il dato sconcertante è l'assoluta mancanza di volontà nel porsi domande e di darsi risposte anche se errate, che contraddistingue la nostra gioventù. Tutto è fatto lontano dai sensi e dai sentimenti in un'epoca in cui anche i sensi sono stati sedati, sono caduti in letargo e sono stati da noi alienati. Ecco che il sesso come avventura diviene violenza magari ripresa dal telefonino. Le risate di gruppo scadono in risse e sproloqui. Il rispetto non ha ragione di essere finanche per se stessi e l'uso smoderato di tatuaggi e aghi e piercing lo dimostra. Vogliamo impadronirci del nostro corpo e di noi stessi sbagliando e così diventiamo carne da macello per chi sa come gestirci. Dovremmo allora pensare a nutrire noi stessi e a far crepare di fame chi intende manipolarci. Come? Incominciando a volgere lo sguardo sull'essenziale. Via le mascherate anche esteriori! Riconquistiamoci attraverso il ripristino della sobrietà. L'essenziale ci porta all'essenza e alla pulizia esteriore e interiore. Abbiamo bisogno di chiarezza e non di strati di cose inutili. Spogliamoci per rivestirci di noi, così da renderci inattaccabili.