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Mentre discutiamo di Fedez e di dati infondati accade questo. Siamo ciechi sulla realtà ma vediamo il nulla. È questo quanto ci fa passare la manipolazione mediatica attivata anche attraverso i social, tramite lo straniamento dai sentimenti che contraddistingue la nostra epoca.
Siamo nutriti e viziati di dati e numeri che ci portano lontano dalla tensione vera e relazionale con la realtà, oltre che affettiva. Non quadra alcunché in tutto questo e il carattere distopico ci fa smarrire il legame che non andrebbe mai allentato tra intelligenza del cuore e ragione. Si perde tempo a chiacchierare e a litigare su cose inutili che portano voti e rimpinzano di potere qualcuno e non a discutere della vera miseria che pure ci attornia e ci riempie. Siamo pieni di vuoto e di vuoti. E la cosa tragica è l'assoluto mancato bisogno di quella relazionalità innanzitutto con noi stessi che dovrebbe definirci oltre che riempirci.
Un tempo i giovani usavano la droga per disperazione. I giovani di oggi la usano per moda o senza alcuna giustificazione. Sia ben chiaro, nessuna giustificazione merita di essere ascoltata a proposito della droga, ma il dato sconcertante è l'assoluta mancanza di volontà nel porsi domande e di darsi risposte anche se errate, che contraddistingue la nostra gioventù. Tutto è fatto lontano dai sensi e dai sentimenti in un'epoca in cui anche i sensi sono stati sedati, sono caduti in letargo e sono stati da noi alienati. Ecco che il sesso come avventura diviene violenza magari ripresa dal telefonino. Le risate di gruppo scadono in risse e sproloqui. Il rispetto non ha ragione di essere finanche per se stessi e l'uso smoderato di tatuaggi e aghi e piercing lo dimostra. Vogliamo impadronirci del nostro corpo e di noi stessi sbagliando e così diventiamo carne da macello per chi sa come gestirci. Dovremmo allora pensare a nutrire noi stessi e a far crepare di fame chi intende manipolarci. Come? Incominciando a volgere lo sguardo sull'essenziale. Via le mascherate anche esteriori! Riconquistiamoci attraverso il ripristino della sobrietà. L'essenziale ci porta all'essenza e alla pulizia esteriore e interiore. Abbiamo bisogno di chiarezza e non di strati di cose inutili. Spogliamoci per rivestirci di noi, così da renderci inattaccabili.
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze.
Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.