Una cosa è dileggiare, altro è criticare ponendo le giuste argomentazioni in presenza di un contraddittorio. Purtroppo oggi, chiunque salga sul palco si sente autorizzato a sparlare portando avanti una propria causa giusta o sbagliata che sia. Lo abbiamo imparato dai salotti televisivi dove accuse e sproloqui evidenziano il fallimento e la distruzione dell'individuo. Il messaggio che passa è che chiunque imprechi contro qualcun altro diventa automaticamente qualcuno.
Lo abbiamo visto il Primo Maggio con Fedez a proposito della battaglia accesa contro un esponente della Lega che rappresenta insieme a tutte le forze di Destra il Conservatorismo. Il cantante ha fatto subito scalpore raccogliendo il plauso di chi porta avanti la causa contro la trans omofobia senza sapere bene cosa essa sia. Del resto, è proprio delle Sinistre slegare l'essere umano da ogni radice culturale e ambientale allo scopo di alimentare confusione e farla franca, intascando consensi. Il dramma è proprio questo: far passare per incivile, retrogrado, fascista semplicemente chi non vuole che la trasgressione alla natura diventi uno stile di vita che faccia perdere tra le altre cose il riconoscimento della libertà quale valore e principio fondante della vita e dello sviluppo della persona. Fedez e non solo lui. Con lui tanti giovani e meno giovani tra cantanti e personaggi dello spettacolo inneggiano alla cultura trans quale nuovo stile di vita, diventando di pessimo esempio per tutti. Ma sia chiaro un punto. Loro sono personaggi pubblici con l'urlo facile e il soldo pure. Altra la realtà anche di tanti loro fans che devono fare i conti con restrizioni a tutta forza e con il portafogli vuoto, abbandonati a se stessi dallo Stato, nonché da coloro che considerano i nuovi eroi mediatici, i Robespierre a difesa dei diritti democratici e che di fatto rimangono chiusi nella loro solitudine, anonimi ai grandi eroi urlanti per soldi e stile di vita sempre più distanti dalla realtà comune della gente comune.