Lo stato di isolamento in cui si rifugiano i giovani giapponesi di oggi è uno stile di vita che trae ispirazione da un territorio che fa da spartiacque tra l'Occidente e l'Estremo Oriente da cui il Giappone ha preso le distanze tanto tempo fa.

Vicino di casa della Russia siberiana con cui comunica all'estremo Nord e della Cina da cui nei secoli ha imparato a guardarsi, il Giappone, pur sforzandosi, non riesce a coniugare l'impegno culturale che connota la sua identità, con l'impegno sociale. L'Americanizzazione a seguito del fallimento imperialistico gli ha presentato due pessimi esempi: la Russia sovietica e la Cina Comunista. Barcamenandosi tra il rispetto atavico per gli antenati e la modernizzazione tecnologica, a differenza dei Cinesi porta avanti la capacità di riflettere sul suo presente e sulla lettura ben scandita dell'attualità, badando bene a risolvere incongruenze e conflitti in casa propria senza l'intervento di nessuno. È un popolo meticoloso quanto goliardico quello giapponese che, a differenza di quello cinese, conosce il divertimento e lo alterna al lavoro e alla progettazione di nuovi spazi. Il Giapponese è uomo di mare e di un arcipelago a più regimi climatici, e proprio questa poliedricità ha consentito al popolo nipponico di richiamarsi a una identità forte che lo facesse sentire un'unità come un corpo scaglionato in più parti.
All'irrefrenabile avanzata cinese il Giappone ha detto no, mentre più stretti si fanno i rapporti con il Sovranismo di Putin e di Trump. Il Giappone ne è consapevole. La scacchiera geopolitica sta mutando e lui è agente consapevole di questa rivoluzione in atto.