Il Medioevo e l'arte della pietra
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Il Medioevo e l'arte della pietra

Invito all'Arte
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Ambrogio Lorenzetti, Annunciazione, 1344, cm.127x120, Pinacoteca Nazionale, Siena
Ambrogio Lorenzetti, Annunciazione, 1344, cm.127x120, Pinacoteca Nazionale, Siena

 

Mangiando ci nutriamo dell'Universo. Anche il cibo ci parla attraverso l'estetica dei legami con l'integrità. Inseriamo forme e saperi che ci nutrono dall'interno come le sostanze che ingeriamo. È questo il principio che ha permesso alla Natura di trovare un posto fondamentale nei culti fondati sui riti.

La Natura è portatrice di rimedi che vanno giustamente studiati e collocati. È quanto l'esperienza antica confluita nel Medioevo ci ha fatto pervenire.

L'immagine nel Medioevo si rende concetto. Le scene sono la sintesi di contenuti ben più complessi e su questo s'imposta la cultura degli affreschi medievali. Se le vetrate gotiche raccontano episodi e passi delle Scritture, gli affreschi si concentrano sulla celebrazione di nobili e Santi chiaramente tollerati dalla Chiesa che si contende con i regnanti e i grandi feudatari il potere indiscusso.

Rosoni e vetrate illustrano episodi che la luce operando sul vetro colorato, rende visibili e interpretabili. Nonostante noi abbiamo del Medioevo una concezione di un'epoca di stagnazione e chiusura, le immagini che ci giungono di allora sembrano dire il contrario. L'operosità e l'azione sono le vie per tenere lontano il diavolo. Tra le azioni compare la preghiera. Raccoglimento e lavoro sono i due estremi che caratterizzano il Medioevo e che il Medioevo si è preoccupato di trasmettere ai posteri.

Rappresentare le scene sui muri tramite affreschi significa parimenti ai geroglifici e all'ancor più antica pittura rupestre lasciare segni indelebili sulla nuda pietra, intenzione che va intesa come un voler porgere a Dio tramite l'Arte, la nuda e vergine pietra e per vergine s'intende priva di sentimenti e inerte. Ancora oggi definiamo inerti gli scarti di costruzione e demolizione. "Inerte" ricorda "Inerme". Entrambi attengono al significato di non nocivo. L'inerme è colui che non si può difendere, senza armi appunto. L'inerte e ciò che non può più nuocere. Entrambi fanno riferimento a ciò che non ha più vita, quasi la vita fosse una condizione di continua lotta e lacerazione subita dal tempo e nel tempo. Dio è integrità e a questo si collega l'usanza di mummificare i corpi degli aderenti di determinate confraternite, affinché non si deteriorassero. L'affresco nasce proprio dall'obiettivo di rendere vivo, consacrandolo a Dio, quanto viene riprodotto su pietra. Svolge quindi la funzione di rendere viva la pietra e per vivo il Medioevo intende quanto si rivolge a Dio.

L'architettura sacra medievale è tutta impostata sul lavoro di affinamento della pietra grezza. La grande scultura rinascimentale che apprezziamo ad esempio in Michelangelo si sviluppa proprio sul discorso di affinità tra architettura e scultura, ammirabile proprio nelle fabbriche gotiche che possiamo intendere come un corpo unico di sculture.

L'affresco popola di vita la pietra. In questo un ruolo fondamentale hanno i colori ben dosati in rapporto al soggetto rappresentato. Il colore è anima per il mondo medievale che nonostante il carattere cupo era molto colorato. L'assenza della prospettiva che è la grande scoperta del Rinascimento non va intesa come un limite di tecnica, ma come una scelta ben precisa adottata dalla cultura dell'epoca concentrata a rappresentare con l'esperienza scene di Dio nel mondo, a riportare Dio nel mondo, ponendosi anche l'obiettivo di dispensare ai suoi contemporanei insegnamenti. La prospettiva così come ogni altro intervento di affinamento estetico e stilistico, distoglierebbe dalla centralità di Dio l'occhio dell'osservatore. L'assolutismo medievale lo si riscontra nella necessità di piegare il popolo alla volontà della temporalità papale, istruendolo a tal fine. Le cattedrali sono luoghi dediti alla formazione culturale, da qui l'espressione "salire in cattedra" e "cattedratico". L'istruzione era nelle mani della Chiesa e inizialmente finalizzata alla formazione della stessa che la gestiva a seconda delle proprie necessità.

 

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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