La Vergine Maria tra Stilnovismo e tradizione cortese
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La Vergine Maria tra Stilnovismo e tradizione cortese

Invito all'Arte
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La Vergine Maria tra Stilnovismo e tradizione cortese
La Vergine Maria tra Stilnovismo e tradizione cortese

 

Anche a proposito dello Stilnovismo Dante presenta delle forti originalità e proprio a riguardo di Beatrice. Partiamo dalla considerazione che il Dolce Stil Novo prende spunto dalla figura della Vergine di tramite tra l'uomo e Dio.

Maria da donna comune, per le sue intrinseche qualità è la prescelta da Dio che la renderà madre del suo unico figlio. Maria nata senza peccato, da creatura umana viene innalzata al trono di Dio Padre. Da qui il nome Madonna che la designa, ottenuto dalla contrazione di Mea Domina, presto applicato in tutto l'Occidente come tramite con cui rivolgersi a Maria e per traslato a tutte le nobildonne. Maria per codeste diviene esempio di mansuetudine e di fedeltà, somme virtù. La loro dolcezza ispira nobili sentimenti che portano l'uomo medievale ad elevarsi, andando oltre se stesso. La Madonna evangelica è ispirazione di bontà infinita da emulare e la sua celebrazione sfonda i muri del paganesimo fondendosi agli ideali di purezza e gentilezza perpetrati dalle romanze cortesi.

Questa fusione, non contaminazione che come termine invece si addice ai nostri giorni, è sorretta dalla convinzione che la Maria evangelica, in quanto figlia della casa di Davide e cresciuta secondo le regole del Tempio, non fosse la umile serva al servizio dei signori e delle loro consorti. L'immagine di umile serva valeva per il popolo da tenere alla mercé dei potenti, del clero in primo luogo. Dobbiamo immaginare il Cristianesimo medievale diviso in due rami che su alcuni principi s'incontrano. Il primo rivolto ai dotti, ai ministri della Chiesa e agli aristocratici, il secondo alla gente comune che per quanto concerne la trasmissione del patrimonio collettivo è riuscita a imprimere allora e nel tempo il suo immaginario. All'epoca l'alfabetizzazione era bassa e quasi inesistente tra le donne. Non deve stupirci quindi questo doppio binario.

La donna come ispirazione di moralità e principi elevati la ritroviamo nei componimenti di Guido Cavalcanti e di Lapo Gianni, entrambi cari amici di Dante.

Il Dolce Stil Novo non ha vita lunga e subito scade nel manierismo di corte, preparandoci all'avvento dell'Umanesimo allorquando si mantiene viva la tradizione che perdura fino a tutto il Rinascimento e oltre, di investire la Madonna Madre di Dio di quei requisiti che sono propri delle nobildonne, specie nell'età della pubertà, soggette a un'educazione alquanto rigida al contrario delle popolane.

Il Crivelli, il Pinturicchio ma non solo, ci hanno lasciato a riguardo munifici esempi di Madre di Dio in abiti sontuosi e regali. Alla regalità sociale si fa corrispondere la regalità interiore ma spesso e solo a scopo propagandistico, mirato a mantenere vivo il prestigio di Chiesa e potenti.

Se la Vergine Maria è stata inizialmente di ispirazione, nell'epoca del manierismo cortese avviene l'esatto contrario. È la prima ad essere travolta dall'opulenza mondana, presentandosi nell'arte pittorica come una dama di corte che regge tra le braccia il suo Bambino, facendosi promotrice del parallelismo tra cultura cortese e valori di fede.

 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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