La ghirlanda e il disco. Dalla creatività alla precisione
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La ghirlanda e il disco. Dalla creatività alla precisione

Invito all'Arte
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Mirone di Eleutere. Discobolo. Copia romana in marmo da originale del V secolo a. C.
Mirone di Eleutere. Discobolo. Copia romana in marmo da originale del V secolo a. C.

 

Dobbiamo pensare alla ghirlanda come a un unico abbraccio che circonda la terra e la contiene. Pensiamo ad essa in rapporto al tempo del Natale che ritroviamo in cima all'anno e l'abete più di ogni altro albero lo rappresenta proprio in virtù della punta apicale.

È curioso come più i mesi scivolino verso dicembre, l'ultimo della corona dell'anno, e più le giornate si accorcino. È come se l'energia della vita si chinasse sempre più verso la terra, fino a lasciarsi scivolare in essa con tutto ciò che più la rappresenta.

Che cos'è dunque l'inverno e il principio del nuovo anno se non un ritornare piano piano nel germoglio della terra? Ecco pertanto il ghiro che riproduce nel suo letargo un feto raccolto nel ventre della madre e non a caso la terra più di ogni madre gli dà il dovuto sostentamento. La luce regredisce e la luce è energia e per questo associamo l'autunno alla vecchiaia e al tempo dei ricordi. È come se questi sostituissero i momenti di spensieratezza che, nonostante le numerose feste legate al ciclo agricolo e dei boschi, non abbiamo più la voglia di vivere. L'autunno è la stagione della raccolta e dell'abbondanza, come suggerisce il nome stesso e per chi non vive personalmente il rapporto con la terra, la raccolta è legata ai ricordi. Più che di raccolta parlerei di rivisitazione in noi stessi che poi durante l'inverno assume i connotati di una vera e oropria narrazione fatta se non ad altri almeno a noi stessi.

In ogni stagione l'uomo da sempre sente il bisogno di indossarne i tratti più distintivi e le maschere autunnali più di tutte, legate a Bacco e a Diana, illustrano questa recondita necessità di reintegrarsi nel regno della Natura. Da qui le collane di bacche e foglie secche, così come di frutti sezionati in orizzontale o in verticale e come di uva, regina della tavola in questa stagione.

Accanto ai frutti legnosi nelle ghirlande autunnali compaiono quelli con i semi che indicano la continuità della vita, nonostante il ridimensionamento della vitalità. Più che di ghirlande alle nostre latitudini dovremmo parlare di collane che completano le icone anche scolpite di Bacco e del Fauno. Bacco è il calore acceso dell'estate maturata nel sole e che si dedica festosamente all'agricoltura. Non dimentichiamo che Bacco è il traslato italico di Dioniso dall'aspetto meno burlesco. Bacco lo ritroviamo come personaggio di commedia, Dioniso è il dio della tragedia. Un dio re, visto il suo seguito di cortigiane potremmo così definirle. La ghirlanda mette in rilievo il suo carattere di dio della vegetazione, ma questo è un titolo che solo parzialmente lo rappresenta. La ghirlanda non è propriamente espressiva del mondo greco o comunque delle nostre latitudini, nonostante comparisse anche in queste aree ma più con un significato ironico o del tutto satirico, come se fosse una finta corona portata da imbroglioni o commedianti. Non dimentichiamo la corona di spine fatta indossare a Gesù per schernirlo. Altro è la ghirlanda di alloro con cui si era soliti designare i sommi poeti e i grandi atleti.

Il motivo per cui la ghirlanda in Grecia non attecchisce come nelle civiltà nordiche è essenzialmente derivante dal fatto che essa rappresenta la creatività insita nella natura che si manifesta attraverso la varietà di espressioni faunistiche e floristiche. La creatività è legata all'oralità e la Grecia, patria della filosofia ha dedicato ampio spazio alla scrittura e all'elaborazione razionale del suo pensiero tramandato per iscritto.

Disciplina, regola, cultura dell'anima ma anche del corpo hanno portato gli antichi Greci a preferire l'immagine del disco alla ghirlanda. Il disco è slancio. È congiungersi alla tradizione da cui attingere forza vitale da utilizzare nel presente e da destinare al futuro. "Il discobolo" di Mirone ne è un esempio concreto. Il disco qui non è solo di supporto alla prestanza muscolare dell'atleta, ma anche suggerimento di una visione distinta e precisa della realtà ben messa a fuoco da chi utilizza l'allenamento fisico allo scopo di raggiungere traguardi mentali e militari. È quanto il secolo scorso il Nazismo e il Fascismo riesumarono, circostanziandolo ai loro obiettivi.

"Il discobolo" di Mirone sorprende per la proporzione delle parti che sembrano sezionate proprio dal disco che l'atleta è sul punto di lanciare durante la gara. È la folgorazione del momento prima da cui si diparte la curiosità sull'esito della prestazione. È anche un guardare al futuro per consegnare all'uomo in formazione, alla gioventù greca di un giorno lontano, ma non solo ad essa, un repertorio di secoli in cui la padronanza della cultura funge da lanterna alle generazioni future. L'impugnatura è decisa e siamo sul.filo della visualizzazione del lancio. Rimane fisso sull'onda del tempo il messaggio. L'invincibilità nelle arti belliche è frutto di due preparazioni, mentale e fisica, che vanno coltivate insieme e messe con impegno a confronto.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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