Il mondo sensibile degli ibridi. Il Romanticismo, dal vampiro alla sirena
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Il mondo sensibile degli ibridi. Il Romanticismo, dal vampiro alla sirena

Invito all'Arte
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
La sirenetta e il principe, illustrazione di Bertall
La sirenetta e il principe, illustrazione di Bertall

 

La morte implica un nuovo inizio. Cos'è la morte se non lo sconfinamento nell'altro? Cosa succede ai nostri sentimenti quando siamo oltre, e all'amore a noi inviato da chi è rimasto nel vecchio mondo?

Non c'è una risposta ma da sempre l'uomo comune spera che l'altrove sia collocato su una linea di continuità confortevole con quanto lasciato.

Si ha la sensazione che, salvo i casi di impavidi avventurieri e artisti, il Romanticismo concepisse la morte come salto nell'infinito, un infinito che però mantiene salda la sua ancora alla visione domestica e conosciuta raccontata dalla notte e dagli spazi di mari e pianure. La morte allora è una sorta di liberazione dagli affanni del cuore che il troppo sensibile non riesce a gestire e a convertire in realtà accettabili. Nessuno si sente mai pronto e forse, l'ateismo che seppure in minima percentuale contraddistingue artisti e poeti romantici, esprime disagio se non paura dinanzi alla prospettiva della morte.

La sirena è il simbolo di quello sbilanciamento che riguarda solo i più audaci capaci di confrontarsi su quanto è oltre. La seduzione ammaliatrice che la sirena nei miti classici e popolari incarna diventa simbolo di quella capacità non da tutti di spingersi oltre la balaustra della dimensione conosciuta. Così potrebbe anche essere che quanto percepito come una forma di canto dall'essere umano, altro non sia che il linguaggio comune delle sirene.

E se la sirena non fosse proprio la rappresentazione figurativa della condizione triste di chi non trova alcuna definizione di sé stesso?

Su questo si è intorrogata una buona fetta di popolo capace di porsi dall'altra parte e, come per il vampiro, di incontrare nella figura della sirena quel disagio esistenziale che abbiamo visto riguardare il vampiro. Entrambi incarnano nelle reciproche differenze le espressioni di un ibrido che non li fa essere collocati giustamente in alcun regno e li rende incapaci di suscitare forme di empatia emotive.

Abbiamo visto come il Romanticismo fornisca nuove e interessanti letture a riguardo di Dracula. Lo stesso fa a riguardo delle sirene. Che siano un simbolo o una forma reale di mancato adattamento del mondo umano, femminile nello specifico, dal mare alla terraferma, ancora nessuno sa dirlo con certezza. Certo è che proprio nel Romanticismo compare insieme alle trame del racconto mitologico classiche, un filone parallelo che tende ad evidenziare l'animo sensibile delle creature terracquee prima negato. La sirenetta commuove e consente nuovi approcci al mondo fantastico dei simboli riadattandoli alle fragilità emotive dell'essere umano. Conosciamo tutti la sirenetta di Andersen, scrittore e poeta danese, capace di tirare fuori il buono da tutto ciò che è Natura e per Natura s'intende una realtà preesistente all'uomo e per tanto rispettabile nei suoi contrasti e nelle sue continue lotte tra il male e il bene. Andersen ha rivisitato gli ambienti ostili scandinavi, riscoprendo quel calore che sembrava essersi assopito insieme alla mitologia finnico slava.

Non è un semplice narratore per bambini. È stato capace di trasporre quelle che sono le inquietudini e le perplessità dell'animo umano più sensibile e di rinarrarle attraverso quanto ancora di puro ci circonda: i paesaggi incontaminati. Parimenti si è spinto a rintracciare nelle profondità dell'animo umano gli archetipi, il loro linguaggio.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001