La Natura avvolge chi riposa in lei e chi è da lei riscosso. È riposo quando è mansueta, immagine questa stimolata dalla mucca che placida con tutta la sua pesantezza si adagia nella calma del pascolo. È veglia quando si scatena con terremoti e tempeste e in lei ritrova la sua radice la donna madre premurosa e maestra, così come la capricciosa bambina.
La Natura è azione che non si spiega e si esprime sulla tela al punto da rendere invisibile e intuibile l'espressione e l'atteggiamento umani su di essa tracciati. Per i Romantici nordici il paesaggio è tutto e l'uomo al suo cospetto il nulla necessario a dare risalto a quanto di compiuto esiste. L'incompatibilità serve a rendere dinamica la scena e in questo cogliamo l'importanza assegnata ai sentimenti. L'uomo non descrive, l'uomo è ispirato quanto lo erano gli antichi maghi come Merlino e i sacerdoti druidi che operavano sulla Natura con il dovuto rispetto, acquisendo senza compromettere quanto preesistente.
Il silenzio è dei boschi e non va oltraggiato. Il silenzio è anche del mare che va ascoltato. Lo studio dei colori di Goethe va quindi compreso da questa prospettiva. Il colore presiede all'uomo a cui spetta il compito di raccontarlo dalla sua soggettiva angolatura. La prospettiva la comprendiamo in tal senso nella pittura nord europea ma anche russa. Il finito sposa l'infinito e ne accresce l'imponenza. È quanto ci comunicano le vaste distese dei pittori romantici ma anche il confronto uomo bosco a rappresentare quest'ultimo l'eternità della Natura e la transitorietà di quanto è invece umano.
Questo costituisce un importante elemento di frattura tra lo spirito romantico nordico e quello italiano o comunque delle latitudini europee meridionali. Il tempo per noi è legato alla contingenza e all'attività del pensiero e all'azione umana. In Leopardi questo concetto è alla base del confronto triste tra il finito dell'uomo e il suo anelito d'infinito ispirato dalla Natura e che resta insoluto sul piano dell'intelletto. Importante è il dialogo nelle culture greco latine alla base della dialettica che cerca di risolvere ogni nodo tramite il contraddittorio. La dialettica figlia del Logos filtrato dall'esperienza teoretica filosofica si traduce in sofisticazione del linguaggio comunicativo che però, al di là di un apprezzamento sul piano formale, resta sterile. È questo uno dei punti deboli dell'Illuminismo in ricaduta sul patrimonio comunque significativo artistico letterario del nostro Romanticismo. L'uomo è il tempo e qui ritroviamo il pensiero greco. Per il sentire nordico il tempo prescinde dall'uomo ed è rappresentato dalla maestosità degli alberi che tanto colpirono i soldati romani negli scontri con i Germani. L'Italia viene percepita nei secoli come la nazione che tende a compromettere gli equilibri del sentire mistico nordico in virtù dell'apporto del Pensiero riflettente che si presenta a doppio filo. Da un lato educa la mente e insegna a misurarsi, dall'altro mira a subordinare all'uomo la sacralità della Natura.