La Gigantomachia di Esiodo narra la rivolta dei giganti contro gli dei dell'Olimpo. Questo è un tema comune tra le più antiche tradizioni del passato, che si particolarizza dando vita a diverse variazioni.
Su cosa ci sia di vero sull'esistenza dei Giganti o Titani poco sappiamo. Certo è che diversi ritrovamenti sotto la forma di scheletri giganteschi o di tombe profonde e di ampie dimensioni come quella attribuita a re Artù ne comproverebbero l'esistenza.
È centrale nelle Teogonie il tema della rivolta esercitata contro gli dei, di cui la Bibbia sulla base delle antiche tradizioni mesopotamiche riportate nella Genesi ce ne dà un suo resoconto.
Esistevano gli dei, forse razze aliene, e poi schiere di operai al loro servizio, venuti sulla terra forse per sfruttare il sottosuolo ricco di giacimenti estrattivi, che avrebbero preso ad accoppiarsi con le donne terrestri dando luogo alla stirpe degli semidei o di ibridi malsani. Questi ultimi sarebbero creature infime che alcune tradizioni farebbero rientrare tra i Figli della Notte, quasi costei fosse una realtà a sé stante nella Cosmogonia della luce e resa rappresentante dei lati oscuri propri del Femminino in rapporto alla Terra contrapposta al Cielo. Non a caso Esiodo nella sua Teogonia che prende spunto dall'Enuma Elish babilonese fa dipendere da Notte una dinastia brutale e mostruosa responsabile del conflitto con gli dei veri e propri della dinastia di Zeus.
La parola "Tenebra" contiene nelle radici i riferimenti agli dei primitivi Erebo figlio di Caos e fratello di Nix, la primitiva dea della Notte il cui nome è riconducibile alla stessa radice del verbo greco "Thnesco:uccidere".
L'Eros è il sole terreno, la pulsione vitale alias passione che induce all'atto fisico. Thanatos è la morte che combinata a Eros definisce la vita tra gli esseri umani. Secondo Socrate Eros non era un dio ma una figura intermedia tra la divinità e l'uomo, forse un demone, ossia un essere che ambisce a un attributo di perfezione al pari della bellezza che è propria degli dei. Figlio di Ares e Afrodite secondo le tradizioni teogoniche più recenti, ci parla del legame che s'instaura tra gli uomini a seguito della passione che acceca e riporta il Caos.
Questo è un punto interessante su cui soffermarsi perché spiega determinate dinamiche che contraddistinguono i popoli mediterranei che fanno seguire alla passione travolgente la morte del proprio caro. La gelosia relazionale è l'epilogo disastroso di una relazione in cui la passione incontrollata prende il dominio uccidendo l'aspetto sano dell'amore che è fonte di vita. Quest'analisi spiega il perché Eros fosse inizialmente inserito tra i figli della dea Nix o Notte.
I semidei trovano all'interno dei racconti mitologici uno spazio importante. Achille era un semidio, Ercole era un semidio. Sono figure eccezionali che spronano l'essere umano ad andare oltre i loro limiti e nel mondo greco acquistano grande risonanza nel IX-VIII secolo, in epoca magno greca, e nel IV secolo in piena età della tragedia. Ercole lo ricordiamo per le dodici fatiche e perché situato al confine del mondo conosciuto secondo l'antichità, corrispondente allo Stretto di Gibilterra. Egli ricorda i limiti che l'uomo in quanto inscritto nel ciclo della Natura e della realtà peritura, non deve mai sfidare per non provocare con dure risposte l'onnipotenza e la superiorità degli dei. Il semidio, in quanto ibrido, ammonisce l'uomo a controllare la sua hybris, causa di forti squilibri e del ritorno del Caos.
Laddove il mondo finiva, un altro mondo è iniziato e proprio per questa via l'Europa sul finire dell'Ottocento ha dato modo con i continui contatti via mare con le Americhe di accedere a una nuova configurazione del caos che si profila col nuovo secolo. Cioè quando la nuova terra di conquista, L'America, incomincia a dettare le regole al vecchio continente per la sua egemonia sul mondo.