La folgorazione nell'istante. Il volto superiore della profondità nell'Età Romantica
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La folgorazione nell'istante. Il volto superiore della profondità nell'Età Romantica

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Knud Andreassen Baade - Scene from the Era of Norwegian Sagas
Knud Andreassen Baade - Scene from the Era of Norwegian Sagas

 

La delicatezza è profondità. Sembra un ossimoro ma così non è. Le parole ci educano a concepire la realtà non come un cubo dotato di solida stabilità, ma come una forma estremamente elastica e plastica che si deforma di continuo sotto la nostra spinta.

Pensiamo che sia la realtà a guardare noi ma è esattamente il contrario. Siamo noi a esercitare su di essa la nostra forza. Come accade per strada che ci accorgiamo che qualcuno ci guarda perché siamo noi a guardare lui, così nella vita. Purtroppo spesso succede che la realtà si deformi a nostra insaputa perché noi scorriamo sulla vita con indifferenza. È così che la realtà ci sfugge apparendoci ingovernabile, contribuendo a svincolare il soggetto dalla realtà, um effetto della perdita della padronanza delle parole. Partiamo dal presupposto che le parole costruiscano sotto l'egida del pensiero. Altrimenti, in assenza di questa distruggano. È quanto accade oggi. Sono state immesse sul mercato della lingua tanti neologismi, tanti italianismi incomprensibili con il mirato scopo di disorientarci in una realtà che non sentiamo nostra. Le parole costruiscono il mondo e custodiscono le fondamenta della nostra casa. È importante rintracciare gli echi tra le parole in modo da consolidare la familiarità col Cosmo e preservarci all'interno di esso.

Ritorniamo all'abbecedario oggi scomparso, delle elementari. A ogni iniziale corrispondeva una parola e a ogni parola il disegno dell'oggetto. In più la parola era precisata anche foneticamente al fine di educare alla pronuncia.

Parlare bene insegna a pensare bene e ogni pensiero è un mattone che noi poniamo nella costruzione e nel consolidamento della realtà.

Ritorniamo all'espressione iniziale. La delicatezza è profondità. Oggi associamo la profondità al baratro in cui stiamo tutti sprofondando. L'illeggibilità della realtà costruisce mostri a cui noi non riusciamo a tenere testa. È così che ci sottomettono. Sottomettendoci, noi prendiamo atto della nostra fragilità e vulnerabilità al punto da affidarci alla conduzione di un padrone. È quanto accade nella nostra epoca in cui si è fatta largo la percezione che il popolo sia un gregge mal condotto da un pastore che pensa solo ai suoi bisogni.

Una delle parole più danneggiate nel loro significato è proprio "popolo". A rendere forte il senso comune nel Romanticismo è stata proprio l'educazione alle parole attraverso la riconduzione alla culla etimologica. Attraverso le parole si sono consolidati pensiero e ideali dando nuovo impulso alla definizione della realtà animata da un pluralismo che non confliggeva con il sentimento collettivo. La pronuncia è della donna che con le labbra ben disegnate imprime le fattezze del sogno nella realtà, ampliandola e con essa ampliando l'Universo. La lingua è parola femminile, il pensiero è maschile. È la parola a fondare il pensiero.

La profondità nel Romanticismo è nella delicatezza con cui un gesto incide la propria impronta nella realtà. È nella folgorazione di un istante che rapisce riconsegnando l'uomo alle stelle perdute affinché egli si riappropri del cielo e della sua maestosità. Tutto è riportato in salita, al mondo superiore e l'inferno è il mondo caduto in cui occorre scendere per conquistare l'amore come ci comunica la rilettura di Dracula. L'eternità è profondità. Nel regno terreno delle radici del grande albero, il figlio, l'iniziato apprendista deve imparare, sotto, dalle radici, a formare il suo tempio contribuendo così alla costruzione della realtà. 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

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