Gli ideali storici e il ruolo della donna nell'Ottocento risorgimentale
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Gli ideali storici e il ruolo della donna nell'Ottocento risorgimentale

Invito all'Arte
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
Brigantessa con neonato
Brigantessa con neonato

 

Quando ci riferiamo alle donne dell'Ottocento e alla loro sottomissione, ci riportiamo, anche senza volerlo, alla situazione femminile dei ceti agiati. La donna della nuova borghesia imprenditoriale o della consolidata aristocrazia era costretta agli antichi dettami che la volevano al di fuori delle attività economiche o decisionali.

La tendenza degli uomini a intrattenersi durante festeggiamenti o eventi privati separatamente dalle donne mette in luce un quadro dell'alta società che esalta la donna per la dimensione privata che rappresenta. Non mancano anche qui le eccezioni. Ossia quegli esempi di donne che hanno saputo imporsi con intelligenza negli ambiti riservati agli uomini. Donne che splendono per capacità decisionale e imprenditoriale per le quali hanno saputo condurre abilmente o indurre cambiare rotta alle attività di famiglia.

Con Manzoni s'inaugura il tempo dell'attivismo borghese. Il Renzo che cammina e si fa dal nulla rappresenta l'inizio del nuovo mondo imprenditoriale borghese che segnerà significativamente il rilancio economico di Milano e del Nord Italia, rappresentato dal dal Piemonte di Cavour e dalla Lombardia industriale nascente.

Un aspetto forse taciuto de "I promessi sposi" o forse non adeguatamente trattato è il profilo dell'aristocrazia spagnola in cattiva luce di contro all'uomo capace di creare se stesso sul piano economico sociale. Un'aristocrazia arrogante e piratesca sottoposta a rigide convenzioni a discapito del più debole. Un'aristocrazia improduttiva, sconfitta da se stessa. Riecheggia tra le pagine riferite al conte zio e a Don Rodrigo l'esuberante tracotanza dei Borgia e di un'aristocrazia padronale restia a mettere da parte vincoli di sangue e interessi temporali.

Solo attraverso la presa di posizione dell'uomo nei confronti della microstoria e della macrostoria, di colui che si impegna in prima persona, è possibile sconfiggere la vecchia mentalità e lavorare nell'ottica del progresso.

Non è possibile parlare di evoluzione se non in un mondo ordinato, e l'idea di ordine deriva dalla Natura e dai seri principi che la governano dall'interno. Leggere, scrivere, approfondire è prioritario per l'uomo dell'Ottocento che attraverso lo studio vuole mettere chiarezza in se stesso, astrarsi dal suo tempo per ricalarsi in esso, cogliendo il senso del proprio agire mutandolo. In questo concetto ritroviamo sintetizzato il pensiero di Hegel e di Schopenhauer. Il primo in rapporto all'impegno dell'uomo nella storia che apre a rivisitazioni importanti a riguardo dell'etica individuale e sociale. Il secondo a proposito della scissione tra noumeno e fenomeno su cui si basa la realtà dell'uomo. Il mondo terreno non è che una rappresentazione del un mondo ideale, sospeso. Ognuno nella realtà fenomenica e contingente interpreta e recita un ruolo secondo Schopenauer che va ben oltre la sua epoca stessa. Il filosofo col suo pensiero di fatto spalanca la via alla crisi d'identità, uno dei temi principali su cui riflette il Novecento e sicuramente il fulcro intorno a cui verte lo smembramento dell'Io, tema questo affrontato ampiamente da Pirandello attraverso la sua narrativa.

Se l'uomo romantico non avesse concepito la realtà secondo modelli di severa distinzione, i moti risorgimentali non avrebbero avuto luogo, né avrebbero sortito alcun effetto. Nonostante l'analfabetismo diffuso, il livello di partecipazione fu enorme grazie all'attivismo degli intellettuali che seppero coinvolgere il popolo nelle loro istanze di libertà e di patria.

Il ruolo delle donne non fu da meno. Sostennero, incitarono il popolo per la conquista delle cause giuste. Furono proprio le donne del popolo a orientare e incanalare lo spirito rivoluzionario. Donne che erano madri e mogli. Orfane e vedove. Il sentimento femminile impegnato nella conservazione dei legami, di attaccamento alla terra intesa come fonte di sostentamento primario sortì i suoi effetti al Nord come al Sud dove si contano validi esempi di brigantaggio al femminile.

L'impeto della donna e la forza fisica dell'uomo hanno tracciato la storia dell'Ottocento, una storia condotta dal basso e ispirata da alti e nobili ideali, forse illusori ma fondamentali affinché si desse inizio almeno in Italia a una nuova epoca.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001