Con "I promessi sposi" Manzoni incita la sua Milano e gli "Italiani" a intraprendere il cammino della borghesia. L'uomo che si fa da solo partendo da una condizione di ingenuità, è rappresentato dal personaggio Renzo.
C'è un punto irrisolto durante la narrazione e riguarda proprio il limite dell'agire umano in rapporto all'intervento divino, riassumibile nella condizione di responsabilità personale e storica dell'individuo. Si ha la sensazione scorrendo le pagine del romanzo che a sistemare le situazioni sia sempre e soltanto la divina provvidenza. In realtà, è la propensione dell'uomo verso Dio a richiamare il Suo aiuto e qui entra in gioco il libero arbitrio senza del quale lo stesso cammino borghese non ha alcun valore. Manzoni ha conosciuto da adulto la conversione. Vi è giunto, a seguito di un miracolo, secondo la leggenda. Da una lettura approfondita de "I promessi sposi", questo sembra alquanto improbabile. È più veritiero credere invece che egli abbia raggiunto la conversione dopo un processo di maturazione lungo e logorante. Il personaggio del suo romanzo che più esprime questo passaggio dalla prima vita alla seconda illuminata dalla conversione è sicuramente l'Innominato. Dalla somma dei due personaggi, ossia dell'Innominato e di Lucia, viene fuori il ritratto dell'autore. L'intera opera è quindi da considerarsi un viaggio verso la luce scandito bene dalle singole vicende dei personaggi principali. In questo viaggio il faro è la divina provvidenza.
Per capire meglio il ruolo della provvidenza all'interno dell'opera, dobbiamo ricondurci alla sua radice etimologica. La Provvidenza, ossia vedere prima, è la capacità che ha l'uomo di prevedere l'esito di un'azione ricorrendo agli strumenti della ragione. Qui l'immaginazione non ha funzione creativa ma serve a rapportare la situazione a uno scandagliamento razionale, in modo da dedurre le conseguenze più logiche oltre che appropriate.
Qui si esprime l'Illuminismo manzoniano.
La supervisione dell'agire umano è affidata a Dio che interviene richiamato dalla fede del singolo, attraverso la Divina Provvidenza collocata su un piano metastorico, a differenza dell'altra, umana, calata nella storia. Possiamo quindi da questo dedurre cosa rappresenti per Manzoni il fattore tempo. È la via della realizzazione umana. L'asse su cui si snoda il cammino dell'uomo, rappresentato figurativamente dallo spazio. Una visione assolutamente moderna e anticipatrice delle teorie della fisica novecentesca che darà luogo a uno stravolgimento delle coordinate spazio temporali, per cui lo spazio sarà interpretato come visualizzazione del tempo.