Gli amori impossibili sono stelle che brillano nei cieli delle epoche in decadenza. Per quanto travagliati appaiano, da loro emerge una luce senza tempo che non stanca mai di inondare di piacere e poesia l'animo del lettore che si avvicina ad essi tramite la lettura, da un tempo futuro.
Il futuro è il passato vergato da una puntuale attività immaginativa che dal Romanticismo approda ai nostri giorni, rinnovato nel suo profondo significato. Attraverso la letteratura romantica sembra marchiarsi di senso il nostro presente, portandoci a riempire i vuoti di un quotidiano davvero lontano per chi lascia vibrare le corde della propria sensibilità, distinguendosi dalla massa.
Il coraggio, l'audacia e la speranza che pregnano le pagine de "I promessi sposi" al pari di un'aria lirica ci portano a inserirci sulla linea di un percorso universale che mai potrà spezzarsi. In molti siamo consapevoli che quanto lasceremo di questa nostra epoca in eredità ai posteri sarà in una linea di continuità con quanto da noi appreso e tramandato da epoche trascorse che hanno disseminato puntini di luce.
Tutto nel nostro presente assume un nuovo senso se abbiamo la capacità di decifrare col cuore un romanzo di età romantica, riuscendo così ad infrangere l'illusorio confine del tempo. Il silenzio che accoglie l'imperturbabilità dell'essere riportandolo a congiungersi con la sua realtà più intima, ci parla di un'eredità non ancora dissipata che insegna l'importanza di fissare e intervallate momenti di apertura ad altri di controllo interiore. È quanto è riuscita a trasmetterci la narrativa di confessione indispensabile al poeta per appuntare i suoi momenti esistenziali più salienti, così come al narratore che vuole orientare le prue dei contenuti da vergare.
Il genere di confessione è affidato ai momenti del crepuscolo e permea la narrativa come la lirica. Lo troviamo agli inizi dell'alba e a tramonto avvenuto. Sorge senza accecare, mantenendo salda l'ancora sul fondale dell'oceano dei lumi nel passaggio dal Settecento all'Ottocento per poi concludersi o meglio, aprirsi a nuove soluzioni stilistiche con l'avvento dei Crepuscolari di preambolo all'età decadentista. È un genere legato al bisogno insito dell'uomo di razionalizzare, riflettere su se stesso per produrre elaborazioni sensate che prevedono un pubblico nel presente e nel futuro. Affonda le radici nella narrazione filosofica più antica, così come lo si rintraccia nei frammenti che i poeti di allora, come ad esempio Mimnermo, ci hanno lasciato. È riflessione fredda e operosità dell'anima più autentica ed è proprio in questa nuova veste che ricompare alle soglie dell'età contemporanee.
Il momento del crepuscolo lo troviamo come affaccio sulla dimensione sconosciuta e dai toni macabri nel passaggio dal giorno alla sera ed è rappresentato tacitamente ne "I sepolcri" di Ippolito Pindemonte a cui si ispira il primo Romanticismo italiano. La dimensione oscura inaccessibile della notte che alimenta incubi e misteri trova il suo corrispettivo nel mondo chiuso dei cimiteri che legano la morte all'oblio e alla dimensione tetra svincolata dai lumi della ragione. La dimensione crepuscolare la rintracciamo anche nella pittura gotica e nelle atmosfere lugubri di Friedrich. Altro è il sublime che slancia attraverso le tenebre verso una nuova luce che è da ricondursi nell'irrazionale che agita la Natura.
Il crepuscolo e la dimensione che descrive inaugura il Decadentismo italiano influenzato dalle atmosfere suburbane raccontate da Dickens e da una letteratura marcatamente crepuscolare che riconduce al mondo sommerso e fetido suburbano. La fuliggine della seconda età industriale marca i paesaggi del Nord Italia alimentando la sfiducia di poeti e sensibili nella nuova economia capitalistica e inducendoli a dissociarsi dalla realtà. Due epoche a confronto quella preromantica e di primo Novecento. Entrambe caratterizzate dall' immagine del crepuscolo che nel secondo caso solleva tristi problematiche sulla trascuratezza della Natura in un mondo sempre più allo sbando e artificializzato dalle esigenze capitalistiche.