Nel mondo che cambia, il passaggio dal Romanticismo al Decadentismo
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Nel mondo che cambia, il passaggio dal Romanticismo al Decadentismo

Invito all'Arte
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
Edvard Munch - L'urlo
Edvard Munch - L'urlo

 

Il Puntinismo focalizza l'istante, scansionando il tempo in attimi. La realtà è pulsazione, sequenza di atomi lungo la linea del tempo e l'espansione nello spazio. Il Puntinismo e il Divisionismo educano a una nuova frontiera di fruibilità del reale che consiste nella visualizzazione a distanza.

Il contatto diretto con le cose richiede il filtro della distanza che permette di mettere a fuoco l'insieme nitidamente. In entrambe le correnti che esprimono l'utilizzo di nuove tecniche si evidenza l'importanza accreditata all'equilibrio tra presenza e distanza che attraverso la letteratura primo Novecento darà adito a splendidi esempi.

La realtà va centellinata. Ogni attimo nella risoluzione del puntino che compone linee intere è assoluto. Ciò prepara all'Esistenzialismo in tutte le sue versioni, dalle più alle meno riverenti, in cui ogni soggetto si ritrova compiuto senza la sua completa realizzazione in ogni momento in cui viene inquadrato per lasciare parlare se stesso. Nel Simbolismo l'immagine è ben resa dalla figura dell'uomo sospeso, del funambolo in bilico sul presente tra il prima e il dopo.

La grande rivoluzione letteraria è rappresentata dall'Ulisse di Joyce e dall'introduzione del flusso di coscienza che trova espressione nella narrativa di Virginia Woolf, in particolare nel suo "Gita al faro", e nel romanzo "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust. Quanto visto e realizzato nel Romanticismo a proposito del Mito viene ad essere superato. L'eroe è l'uomo che combatte da solo ogni giorno contro il non senso di una realtà in cui non si riconosce e in cui comprova l'esistenza del proprio io alienato, attraverso proprio il flusso di coscienza, una sorta di monologo scoordinato.

In Italia l'esempio più rappresentativo è dato dal romanzo "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo. La soluzione del dialogo che abbiamo visto porre a confronto chi scrive con chi legge e che ripropone i toni epici del classicismo con in più il protagonismo marginale di chi compone, con l'avvento del nuovo secolo sembra vanificarsi. L'artista, il poeta decadentista pongono in primo piano se stessi raccontandosi, lasciando che l'Arte e la Letteratura diventino la valvola di sfogo o il rifugio da una realtà che non li considera e che li fa essere nessuno nel lungo naufragio della vita.

Ogni commedia è la tragedia che si consuma quotidianamente in chiave ironica, come dimostrano i romanzi pirandelliani. Nella commedia intesa come finzione, ogni personaggio si coglie un disadattato, un inetto.

Abbiamo visto come la commedia venga riproposta dagli autori ottocenteschi e da Leopardi attraverso il linguaggio dialogico, seppur fittizio, con la Natura o con le persone  care, ad esempio Silvia. La finzione assurge a un ruolo simbolico di realtà sublimata, vivificata dall'estro dell'autore, accordandosi con Dante per il quale il viaggio della Divina Commedia ha esclusivamente valore allegorico.

Le vecchie cadenze e ridondanze ritmiche col nuovo secolo svaniscono insieme agli invocativi che esaltavano la condizione tragica della sensibilità poetica. Il Simbolismo come denudazione del reale e riscoperta dell'essenza viene spesso ad essere scavalcato dalle nuove forme di struggente esistenzialismo che slega l'immagine da ogni concezione assoluta, per unirla alla limitata contingenza.

La forza, la magia magnetica della donna rappresentata dalle dee antiche assumono fattezze più realistiche attraverso la nuova moda che esalta lo splendore del divismo femminile tramite l'uso del trucco. I vocativi nelle liriche ottocentesche si rivolgevano alle dee o alle loro naturalistiche rappresentazioni con i connotati di supplica. Abbiamo visto Artemide che in sé assorbe il magnetismo del Femminino. La dea della caccia che è anche l'Ecate inflessibile dai cento volti, l'immagine algida della luna che osserva e tace, ammalia e trae in inganno. La luna è la grande sconfitta nel Primo Novecento, soffocata come le stelle rese remote dall'indifferenza della società capitalistica che incalza, creando mostri nelle fabbriche e alimentando lembi di uggiosa nebbia che sovrasta le case e slega l'uomo dal cielo.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001